I difficili soccorsi dopo il terremoto in Italia centrale
Tra il 18 e il 19 gennaio l’Italia centrale è stata colpita da un intenso sciame sismico. Le quattro scosse maggiori sono avvenute tra le 10.25 e le 14.30 del 18 gennaio, tutte di magnitudo superiore a 5. La notte successiva ci sono state nuove scosse, almeno ottanta di magnitudo non inferiore a 2 e due di magnitudo 3,5. Gli epicentri sono stati registrati in provincia dell’Aquila, rispettivamente a Montereale, Capitignano, Pizzoli e Campotosto. Sono rimasti coinvolti tutti i paesi già colpiti dagli scorsi eventi sismici dell’Abruzzo, delle Marche, del Lazio e in parte dell’Umbria.
Le abbondanti nevicate hanno complicato le operazioni di soccorso. Le morti accertate finora sono due ma non c’è ancora un bilancio definitivo e i soccorritori hanno fatto capire che è destinato a salire. La prima vittima è stata registrata a Castel Castagna, in provincia di Teramo, dove i vigili del fuoco hanno recuperato il cadavere di un uomo di 83 anni, che è stato travolto dal crollo di una stalla.
Un hotel in località Rigopiano, una frazione di Farindola, in provincia di Pescara, è stato travolto da una valanga che lo ha spostato di dieci metri. I primi soccorritori sono arrivati alle 4 di mattina, dopo aver percorso 45 chilometri sugli sci. Circa trenta persone sono intrappolate da più di ventiquattr’ore e finora un corpo è stato estratto dalle macerie.