×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Profughi eritrei attraversano il deserto del Sahara, al confine tra Egitto, Libia e Sudan, maggio 2014. (Giulio Piscitelli, Contrasto)
Migranti subsahariani cercano di scavalcare la rete di confine a Melilla, al confine tra Spagna e Marocco, agosto 2014. (Giulio Piscitelli, Contrasto)
Migranti tunisini sulla spiaggia dalla quale si imbarcheranno per Lampedusa, Gerba, marzo 2011. (Giulio Piscitelli, Contrasto)
Oltre cento migranti tunisini imbarcati dal porto di Zarzis attraversano lo stretto di Sicilia verso Lampedusa, mar Mediterraneo, aprile 2011. (Giulio Piscitelli, Contrasto)
Centro di identificazione ed espulsione (Cie), Bari-Palese, dicembre 2012. (Giulio Piscitelli, Contrasto)
Migranti aspettano da ore di attraversare il confine tra la Grecia e la Macedonia a Idomeni, dicembre 2015. (Giulio Piscitelli, Contrasto)
Lavoratori stagionali africani raccolgono pomodori lavorando a cottimo per poco più di 30 euro per oltre dieci ore di lavoro al giorno. Villa Literno, Caserta, luglio 2011. (Giulio Piscitelli, Contrasto)
La tendopoli di Calais, in Francia, novembre 2015. (Giulio Piscitelli, Contrasto)
Hassan Mekki, 33 anni, sudanese ad Atene, Grecia, maggio 2013. Nel novembre 2012 è stato picchiato da un gruppo di persone forse legato al partito neonazista Alba dorata. Hassan non ha denunciato la violenza perché non ha i documenti in regola. (Giulio Piscitelli, Contrasto)
Migranti appena arrivati dalla Serbia in attesa di essere trasportati nel campo profughi del governo ungherese, dove saranno registrati e schedati. Röszke, Ungheria, settembre 2015. (Giulio Piscitelli, Contrasto)

In viaggio bruciando le frontiere

Harraga è il termine usato nel dialetto arabo per indicare i migranti che viaggiano senza documenti, “bruciando le frontiere”. Il termine è stato scelto come titolo per il primo libro di Giulio Piscitelli, fotoreporter italiano che dal 2010 segue le rotte dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa.

Il volume, edito da Contrasto, è costruito come un diario di viaggio che raccoglie le immagini, i racconti del fotografo e le testimonianze dei migranti incontrati. La prima tappa è il deserto del Sahara, “il luogo dove i migranti subiscono probabilmente più violenze durante il loro viaggio verso l’Europa: deportazioni nel deserto, arresti arbitrari in carceri stracolme e senza alcun tipo di assistenza, rapimenti a scopo estorsivo o per il traffico di organi”, spiega Piscitelli.

Si prosegue con il viaggio dalla Tunisia a Lampedusa, “l’isola sulla bocca della stragrande maggioranza dei giovani africani che nel 2011 tentavano di scappare dalle cosiddette primavere arabe”. Piscitelli viaggia su un’imbarcazione “di dieci metri di legno invecchiato da anni di mare, sotto il peso di 120 persone circa”.

Le immagini di Piscitelli non raccontano solo i tragitti, ma anche le lunghe attese prima della partenza, in appartamenti gestiti da trafficanti e bande di criminali. Fino all’arrivo dei migranti in Europa, che però spesso non significa la fine del viaggio. “Ho aspettato oltre un anno per ottenere l’accesso al Cie di Bari-Palese. Sono stato dentro 30 minuti in tutto”, racconta il fotografo, che nel corso degli anni è riuscito a fotografare alcuni dei Centri di identificazione ed espulsione in Italia, da Roma a Torino, dove sono trattenuti i migranti al loro arrivo in Italia.

Oltre ai Cie, Piscitelli ha documentato lo sfruttamento dei migranti che lavorano nei campi di pomodori a Castel Volturno “dove vivono gli ultimi, italiani e immigrati, che condividono la stessa sorte di abbandono e marginalizzazione”. E ancora, nel 2015, la tendopoli di Calais, in Francia, dove vivevano almeno settemila persone nella speranza di raggiungere il Regno Unito. E infine le isole greche, Atene e il “limbo dei Balcani,” dove migliaia di persone rimangono bloccate a causa della chiusura delle frontiere tra la Grecia e la Turchia.

Le foto di Piscitelli sono accompagnate dalle mappe del cartografo Philippe Rekacewicz e un’introduzione di Alessandro Leogrande. Il progetto ha vinto la 13ª edizione del premio Amilcare G. Ponchielli, istituito dal Gruppo redattori iconografici nazionale (Grin). Harraga sarà esposto a Forma Meravigli di Milano dal 24 febbraio al 26 marzo 2017.

pubblicità