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Tomoe Ichino, 40 anni, sacerdote shintoista a Tokyo, Giappone: “Le persone credono che questo sia un lavoro da uomini. Una volta stavo praticando un rito, e alla fine mi hanno chiesto ‘Quando arriva il sacerdote?’”. (Toru Hanai, Reuters/Contrasto)
Luisana Quero Duran, 32 anni, veterinaria a Caracas, Venezuela: “Mi sembra che la disuguaglianza di genere sia un problema soprattutto per i clienti. Ma con la mia laurea, mi sento tranquilla”. (Marco Bello, Reuters/Contrasto)
Yolaina Chavez Talavera, 31 anni, vigile del fuoco a Managua, Nicaragua: “All’inizio i miei colleghi uomini pensavano che non sarei durata a lungo. Ma ho dimostrato che potevo eseguire i loro stessi compiti, allo stesso livello”. (Oswaldo Rivas, Reuters/Contrasto)
Lejla Selimovic, 34 anni, restauratrice di mobili a Zenica, Bosnia Erzegovina: “Nel mio paese il mio è un lavoro inusuale per una donna, ma nessuno ha mai avuto delle reazioni negative. Al limite si sorprendono ma quello che conta veramente è che il lavoro sia fatto bene”. (Dado Ruvic, Reuters/Contrasto)
Paloma Granero, 38, istruttrice di skydive a Madrid, Spagna: “Gli uomini non devono mettersi alla prova come facciamo noi ogni giorno”. (Susana Vera, Reuters/Contrasto)
Rosalina Dallago, 52 anni, ex modella e ora proprietaria dei tre negozi di scarpe Sciuscià Chic, a Roma: “Le madri dovrebbero insegnare ai loro figli la parità di genere”. (Alessandro Bianchi, Reuters/Contrasto)
Ana Maria del Verdun Suarez, 27 anni, agente di polizia a Montevideo, Uruguay: “Più donne dovrebbero fare lavori che sono considerati da uomini”. (Andres Stapff, Reuters/Contrasto)
La pilota Maria Uvarovskaya nel centro di addestramento Aeroflot nell’aeroporto di Mosca-Šeremet’evo, Russia: “C’è ancora tanto da fare per la parità di genere”. (Grigory Dukor, Reuters/Contrasto)
Jeung Un, 27 anni, fotografa freelance a Seoul, Corea del Sud: “Molte agenzie di stampa preferiscono scegliere dei fotografi maschi. Sento molto la disuguaglianza di genere. Quando scatto foto in situazioni violente, vengo sempre colpita da offese aggressive e a sfondo sessuale”. (Kim Hong-ji, Reuters/Contrasto)
Elizabeth Mamani, 36 anni, giornalista di Radio Union, nell’edificio che ospita il congresso nazionale boliviano, a La Paz: “Per evitare di essere discriminate in lavori come il mio, dobbiamo sempre eccellere”. (David Mercado, Reuters/Contrasto)

Il lavoro delle donne 

Il 3 maggio 1908, a Chicago, si svolse una conferenza del Partito socialista a cui tutte le donne erano invitate: fu chiamata il Woman’s day ed è all’origine della prima giornata dedicata alle donne, che l’anno successivo fu dichiarata ufficialmente negli Stati Uniti per l’ultima domenica di febbraio. La data dell’8 marzo per la giornata internazionale delle donne è stata fissata solo nel 1921 e in Italia è stata celebrata per la prima volta nel 1922. Da allora le conquiste sono state molte, dal diritto di voto all’accesso all’istruzione, dall’entrata nel mondo del lavoro alle conquiste sindacali a favore della parità di genere.

In tutto il mondo molte donne svolgono professioni che fino a pochi anni tempo fa erano considerate esclusivamente maschili: in Giappone Tomoe Ichino è sacerdote in un tempio shintoista, la russa Maria Uvarovskaja è pilota d’aereo, mentre Yolaina Chávez Talavera fa la vigile del fuoco in Nicaragua.

La giornata è stata istituita per celebrare le conquiste sociali e politiche delle donne, ma anche per attirare l’attenzione sugli abusi e sulle discriminazioni che continuano a subire nel presente, come dimostra il fatto che in nessun paese del mondo è stato cancellato il gender pay gap.

Oggi in una quarantina di paesi del mondo varie organizzazioni femministe, tra cui la rete italiana Non una di meno, hanno proclamato uno sciopero dal lavoro e dalla cura per protestare contro le forme di disuguaglianza tra uomini e donne.

Le foto sono state scattate da vari fotografi della Reuters il 2 marzo 2017.

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