L’isola che non ci sarà più
L’isola di Jean Charles, in Louisiana, sta scomparendo dalle cartine geografiche.
Dal 1955 l’isola ha perso il 98 per cento della sua superficie: i 18 chilometri di coste si sono ridotti a tre e dei 400 abitanti oggi ne rimangono circa 85. Si tratta del primo caso di profughi climatici negli Stati Uniti e per la loro ricollocazione il dipartimento della casa e dello sviluppo urbano ha già stanziato 52 milioni di dollari.
L’isola è abitata da popolazioni biloxi-chitimacha-choctaw, arrivati agli inizi dell’ottocento in seguito a una delocalizzazione forzata del 1830. Qui si mescolarono con i cajun, i discendenti dei canadesi francofoni originari dell’Acadia e deportati in Louisiana.
Come altre zone del sud della Louisiana, l’isola è molto esposta agli uragani e a frequenti inondazioni che hanno reso impossibile coltivare la terra. Inoltre il riscaldamento globale, l’erosione e l’industria estrattiva attiva nello stato hanno contributo alla sparizione di paludi e foreste che proteggevano le coste. La costruzione di oleodotti e canali per l’estrazione di gas ha reso infatti la terra più vulnerabile e ha fermato il processo naturale di sedimentazione.
Ora il progetto delle autorità – finora visto con ostilità dalla popolazione – è quello di spostare la popolazione sulla terra ferma. Il piano è tenuto sotto osservazione perché potrebbe fungere da esperimento pilota per i successivi spostamenti dalle coste nordamericane, per esempio quelle dell’Alaska, sottoposte agli stessi pericoli di inondazione.
Le foto sono state scattate dal fotografo dell’agenzia Afp Amir Levy a maggio del 2017.