Scavare fossati, nutrire coccodrilli
Dal 10 novembre il Maxxi di Roma ospita la prima personale di Zerocalcare, fumettista italiano.
Michele Rech, in arte Zerocalcare, è nato ad Arezzo nel 1983 ed è cresciuto nella periferia est di Roma, sfondo delle sue prime storie. Negli anni del liceo comincia a disegnare fumetti e si avvicina all’attivismo politico grazie ai movimenti di protesta nati intorno al G8 di Genova. Nel 2011 fonda un blog dove pubblica le sue storie, sotto forma di strisce e illustrazioni; dello stesso anno è il suo primo libro a fumetti, La profezia dell’Armadillo, che raccoglie brevi racconti autobiografici ambientati nella periferia romana degli anni duemila. L’Armadillo è l’alter ego di Zerocalcare, che incarna le fragilità e le paure dell’autore. La prima edizione è stata autoprodotta con l’aiuto del fumettista Makkox e venduta online, diventando da subito un successo. Dal 2012 al 2014 ha disegnato delle strisce settimanali per Internazionale, per cui ha anche firmato il calendario del 2018.
Il percorso di Zerocalcare è segnato anche da un forte legame con la scena underground e l’impegno civile. La mostra Scavare fossati, nutrire coccodrilli ricostruisce la varietà della sua produzione dividendo l’allestimento in quattro sezioni: Pop, Lotte e resistenze, Non-reportage e Tribù. Della prima fanno parte le storie dell’Armadillo, che nel loro insieme costituiscono un ritratto generazionale lucido e tagliente. La seconda raccoglie il materiale – locandine, illustrazioni, tavole – realizzato per raccontare i movimenti di protesta, le aggressioni neofasciste, l’antirazzismo e le battaglie per i diritti civili. Nella terza sezione sono inclusi i racconti realizzati con lo spirito del reportage ma scritti con lo stile di un diario intimo. Tra questi ci sono Con il cuore a Kobane, storia della resistenza dei curdi contro il gruppo Stato islamico, uscita il 16 gennaio 2015 su Internazionale (numero 1085); e Comandante Nasrin, cronache di un pomeriggio in Rojava, il Kurdistan siriano, uscita il 2 ottobre 2015 su Internazionale (numero 1122). Da questi fumetti è nato poi il libro Kobane calling. Infine, Tribù mette insieme la produzione di Zerocalcare per il mondo del punk e dell’underground.
La mostra è curata da Giulia Ferracci, in collaborazione con Silvia Barbagallo, e rimarrà aperta fino al 31 marzo 2019.
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