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Ferial, profuga siriana, mostra il suo abito da sposa nella tenda in cui vive nella valle della Beqaa, in Libano, nel 2015. Per guadagnare qualcosa ha cominciato ad affittare i suoi vestiti alle donne del campo profughi. (Dalia Khamissy)
Un bambino dorme nella sua stanza ad Aley, nella zona del Monte Libano, 2016. La finestra è rotta ed è stata riparata con una busta di plastica e della carta stagnola. (Dalia Khamissy)
Nidaa, 40 anni, con i suoi quattro figli nella stanza della loro casa a Ersal, nella valle della Beqaa. Nidaa è scappata dalla Siria con il marito e i figli. (Dalia Khamissy)
Oussama, a destra, ed Eyad nel loro minuscolo appartamento sul tetto di un palazzo di Beirut, nel 2015. Si sono conosciuti in un parco di Damasco frequentato dalle coppie omosessuali. (Dalia Khamissy)
Maha prepara il pranzo ai suoi figli nell’insediamento informale in cui vive a Btouratij, Koura, nel nord del Libano, 2017. È fuggita dalla Siria con i suoi cinque figli. Il marito è stato rapito in Siria nel 2012 e lei non ha più avuto suo notizie da allora. (Dalia Khamissy)
Elham, 5 anni, vive con la madre e i suoi due fratelli in un palazzo abbandonato di Kfarsir, nel sud del Libano. Il padre di Elham è morto nel 2012 poco dopo la scomparsa dell’altro figlio che è stato rapito in Siria. Da quel momento la madre di Elham ha deciso di scappare in Libano. (Dalia Khamissy)
Nella roulotte di una famiglia di profughi siriani. Sulla tenda si legge la scritta: “Profughi che con l’aiuto di dio forse torneranno a casa”. (Dalia Khamissy)
Ibrahim Amhaz, 81 anni, libanese, vicino al nipote di 18 mesi, nella loro casa a Baalbeck, nella valle della Beqaa, 2017. Ibrahim e la moglie hanno cresciuto i loro cinque nipoti. (Dalia Khamissy)
Khaldiyeh Hussein, libanese, vive a Akkar, nel nord del paese, 2014. Le comunità libanesi più povere subiscono l’arrivo dei profughi siriani che spesso accettano di lavorare anche se pagati meno delle persone del posto. (Dalia Khamissy)
Due profughi siriani cercano il segnale dal loro telefono per chiamare le famiglie nella valle della Beqaa, nel nordest del Libano. (Dalia Khamissy)

Il sogno di tornare in Siria

In Libano ci sono sono più di 1,5 milioni di siriani scappati dalla guerra civile. Sono a pochi chilometri dalle loro case, che hanno dovuto abbandonare, ma molti temono di non poterci tornare mai più . Vivono in tende, rifugi collettivi e appartamenti, soffrendo per la loro invisibilità.

Dal 2011 la fotografa libanese Dalia Khamissy viaggia nel suo paese per raccontare le storie di alcuni di questi profughi siriani. “Sono ritratti colti in momenti di vita quotidiana. Uomini, donne e bambini fuggiti dalla violenza, ma che in Libano hanno incontrato una realtà altrettanto difficile”, spiegano i curatori della mostra a lei dedicata ed esposta alla fondazione Studio Marangoni di Firenze dal 5 aprile al 31 maggio.

La mostra fa parte della decima edizione di Middle East now, che si svolge a Firenze dal 2 al 7 aprile. Il festival è dedicato alle culture dei paesi del Medio Oriente e ospita registi, artisti, progetti legati al teatro, musica, cibo e arte.

Dalia Khamissy è tra le fondatrici del collettivo Rawiya, composto da fotografe di vari paesi del Medio Oriente.

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