×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Diapositiva ottenuta dai negativi realizzati nell’osservatorio Lick sul monte Hamilton, California, 1896. (The New York public library/Tilden foundations)
L’astronauta Buzz Aldrin della missione Apollo 11 cammina sulla superficie lunare, 1969. (The Metropolitan museum of art/Alfred Stieglitz society)
Making of As11-40-5878 (by Edwin Aldrin, 1969), 2014. (Jojakim Cortis e Adrien Sonderegger Harry, The Metropolitan museum of art)
Durante il lancio dell’Apollo 11 a Cape Kennedy, Florida, 1969. (Garry Winogrand, The estate of Garry Winogrand/Fraenkel gallery)
Vista della Luna, 1852. (John Adams Whipple, John G. Wolbach library/Harvard college observatory)
Dal video First woman on the moon, 1999. (Aleksandra Mir)
La Terra vista dalla Luna durante la missione Apollo 8, 1968. (William Anders, The New York public library/Tilden foundations)

Obiettivo Luna

Il 20 luglio 1969 mezzo miliardo di spettatori in tutto il mondo assistevano alla diretta televisiva dello sbarco sulla Luna della missione Apollo 11 della Nasa. Le immagini della camminata sulla superficie lunare di Neil Armstrong e Buzz Aldrin sono entrate nella storia e hanno ridefinito i limiti delle percezione umana.

Il Metropolitan museum of art di New York ricorda il cinquantesimo anniversario dell’evento con la mostra Apollo’s muse: the moon in the age of photography, che ricostruisce come artisti e scienziati hanno raccontato la Luna dopo l’invenzione della fotografia. Gli oggetti esposti - foto, disegni, dipinti, video, filmati, strumenti astronomici - rivelano come il satellite abbia dato vita a un legame particolare tra scienza e arte. Come scrive Vicki Goldberg sul New York Times, grazie all’invenzione del telescopio nel 1608, la Luna diventa accessibile, e da quel momento ha inizio una ricerca verso una riproduzione sempre più dettagliata, fino al punto di svolta segnato dalla fotografia.

Apollo’s muse segue l’evoluzione della fotografia astronomica, partendo dai primi dagherrotipi e dal lavoro di pionieri come Warren De La Rue, Lewis Morris Rutherfurd e John Adams Whipple. Oltre alle evoluzioni tecnologiche e scientifiche, il percorso espositivo segue anche le suggestioni degli artisti, attraverso i viaggi nel tempo e nello spazio di Georges Méliès fino agli esperimenti video nella seconda metà del novecento.

La mostra resterà aperta fino al 22 settembre.

pubblicità