La lunga strada di sabbia
Nel 1959 Paolo Di Paolo ha 34 anni ed è un fotoreporter per la rivista Il Mondo. Pier Paolo Pasolini ne ha 37 ed è uno scrittore già noto per La meglio gioventù, Ragazzi di vita e Una vita violenta, ma non ha ancora intrapreso la carriera cinematografica. L’Italia si è lasciata la guerra alle spalle e si gode il miracolo economico.
Il fotografo e lo scrittore si ritrovano a lavorare insieme grazie ad Arturo Tofanelli, direttore del mensile Successo e del settimanale Tempo, che gli propone un servizio sulle vacanze estive degli italiani. Il progetto è di partire da Ventimiglia e percorrere le coste fino a sud per poi risalire verso Trieste. Da subito i due capiscono di avere visioni diverse, come ricorda Di Paolo: “Pasolini cercava un mondo perduto, di fantasmi letterari, un’Italia che non c’era più, mentre io cercavo un paese che guardava al futuro”. Anche il titolo, pensato dal fotografo, riflette la sua idea del reportage: La lunga strada di sabbia, per indicare la fatica e l’impegno degli italiani per raggiungere il benessere.
Nonostante le divergenze, questo racconto per testi e immagini vede la luce sul Successo, diviso in tre puntate. Ora La lunga strada di sabbia è esposto fino al 29 agosto alla galleria della Fondazione Sozzani di Milano, mentre nello spazio Bulgari di via Montenapoleone fino al 28 maggio c’è un altro allestimento che raccoglie gli scatti realizzati da Di Paolo a Milano tra il 1956 e il 1962.