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Una zona estrattiva di Montichiari, in provincia di Brescia. Il comune di Montichiari ospita una concentrazione di discariche unica in Europa.
 (Mattia Marzorati)
Materiale non identificato disperso in un campo di grano a pochi metri dalla discarica Gedit che contiene rifiuti pericolosi. Gli abitanti della zona segnalano irregolarità nel trasporto e nello stoccaggio dei rifiuti, a volte dispersi dal vento.
 (Mattia Marzorati)
L’Alfa acciai, uno dei più importanti poli di produzione dell’acciaio inItalia, nel quartiere San Polo a Brescia. L’azienda è stata coinvolta in scandali ambientali tra cui la dispersione di diossine, scorie e fiumi radioattivi ed è uno dei tanti siti radioattivi di Brescia.
 (Mattia Marzorati)
Stefania in un centro benessere nel bresciano. Alcuni centri della zona offrono sedute gratuite alle donne che hanno un tumore. Stefania è morta il 15 dicembre 2020. (Mattia Marzorati)
Lo stabilimento chimico Caffaro, a Brescia, ritenuto responsabile di una delle due più gravi contaminazioni da pcb mai registrate al mondo. (Mattia Marzorati)
Pierino Antonioli e sua moglie Franca. Nel 2001, tutte le vacche della loro azienda agricola furono sequestrate e uccise perché contaminate dal pcb (policlorobifenili, composti chimici altamente tossici e cancerogeni) prodotto dall’industria chimica Caffaro; per lo stesso motivo ha ricevuto il divieto di coltivare i suoi campi. (Mattia Marzorati)
L’interno di un allevamento intensivo. Il bresciano ha il maggior numero di allevamenti intensivi in Italia: circa 1,5 milioni di suini e 1,3 milioni di abitanti. L’allevamento intensivo rappresenta una delle maggiori cause di inquinamento di acqua, suolo e aria.
 (Mattia Marzorati)
Carmine ha perso la moglie a causa della leucemia nel 2014. Da allora fa attività di sensibilizzazione sul territorio. È uno dei fondatori del comitato di sanità pubblica Basta veleni. (Mattia Marzorati)
Nunzio Perrella, ex camorrista e collaboratore di giustizia. Nel 1992 è stato uno dei primi a parlare di ecomafie e infiltrazioni mafiose nel traffico di rifiuti. (Mattia Marzorati)
Una manifestazione organizzata dal comitato Basta veleni nel centro di Brescia, il 27 ottobre 2019. In una delle province più ricche e produttive d’Italia gli attivisti hanno difficoltà a coinvolgere gran parte della cittadinanza, riluttante a mettere in discussione questo sistema economico.
 (Mattia Marzorati)

La terra dei buchi

Nel 2019 il fotografo Mattia Marzorati ha cominciato il progetto La terra dei buchi, un’indagine realizzata nella parte meridionale della provincia di Brescia, che è una delle aree più industrializzate d’Italia e anche una delle più inquinate. “‘Terra dei buchi’ è la definizione coniata da alcuni attivisti. Tutto è nato dalla storica presenza nella zona di cave di ghiaia, sabbia e marmo. Negli ultimi cinquant’anni queste cave sono state riempite con rifiuti provenienti da tutta Italia e poi ricoperte. Le collinette di terra ed erba che si vedono cercano di nascondere, o mimetizzare, quello che c’è sotto”, spiega il fotografo.

Nel suo lavoro, scattato interamente in pellicola, Marzorati ha fotografato gli effetti dell’inquinamento sull’ambiente e sulla salute delle persone: l’inquinamento dell’aria, delle falde acquifere, per i rifiuti radioattivi. “La terra è velenosa, i campi e i fiumi sono contaminati, ai bambini in molte scuole è vietato giocare sull’erba”, racconta.

Il progetto di Marzorati è diventato un libro pubblicato da Seipersei che sarà disponibile in prevendita a partire dal 1 ottobre. Il progetto fotografico sarà proiettato al festival di Internazionale a Ferrara il 2 ottobre.

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