Nel piatto dei più poveri
Cosa significa essere poveri? Così poveri da non riuscire a procurarsi da mangiare? Il progetto The poverty line cerca di rispondere a queste domande mostrando cosa si può comprare in diversi paesi del mondo con un reddito quotidiano che si trova sulla soglia di povertà.
Il progetto è nato in Cina nel 2010 dalla collaborazione tra il fotografo Stefen Chow e la moglie, l’economista Hui-Yi Lin. Da allora hanno percorso più di 150mila chilometri attraverso 36 paesi o territori per fotografare decine di alimenti acquistabili con una cifra quotidiana pro capite basata sulla definizione di soglia di povertà di ogni paese e sulle statistiche nazionali ufficiali.
Dove possibile, Chow e Lin hanno scelto cibi locali, comprati nei mercati e fotografati su fogli di giornali del posto acquistati il giorno dello scatto. Non si sono concentrati sugli alimenti di base, hanno fotografato di tutto: carne, verdure, cereali, legumi, dolci e anche snack. Alcuni economisti hanno infatti osservato che chi è povero, così come chi è ricco, non si preoccupa solo della quantità, ma anche della varietà dei cibi. E se ha pochi soldi in più a disposizione qualche volta è anche disposto a spenderli per un pezzo di pancetta o per dei dolci.
The poverty line ha vinto numerosi premi, è stato esposto in tutto il mondo ed è stato usato dalla Banca mondiale come riferimento visivo del concetto di povertà. Ora è diventato un libro, pubblicato da Lars Müller Publishers.
Nelle didascalie delle foto, i tassi di cambio si riferiscono al momento della data dello scatto.
Questo progetto è stato pubblicato su Internazionale extra Menu, nell’aprile del 2019.