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Hoax. (Agnieszka Sejud)
Hoax. (Agnieszka Sejud)
Hoax. (Agnieszka Sejud)
Dialect. (Felipe Romero Beltrán)
Dialect. (Felipe Romero Beltrán)
Dialect. (Felipe Romero Beltrán)
Ground truth. (Sheung Yiu)
Ground truth. (Sheung Yiu)
Ground truth. (Sheung Yiu)
Everyone has a plan until they get punched in the mouth. (Diego Saldiva)
Everyone has a plan until they get punched in the mouth. (Diego Saldiva)
Everyone has a plan until they get punched in the mouth. (Diego Saldiva)

La realtà non basta

Parigi ospita la dodicesima edizione di Circulations, il festival di fotografia dedicato agli autori emergenti europei, con un’attenzione particolare ai progetti che guardano oltre i confini tradizionali della fotografia.

Tra le artiste presenti c’è Agnieszka Sejud, fotografa e attivista polacca che con Hoax mette in scena la crisi della democrazia nel suo paese, diviso dalle politiche conservatrici, dalle interferenze della chiesa cattolica e dalla propaganda sui mezzi di informazione e sui social network. Sejud prende i simboli della cultura polacca – la religione, il folklore, la bandiera – e li manipola al computer per creare un ritratto assurdo e ironico di una questione drammatica.

Felipe Romero Beltrán, invece, è nato in Colombia ma vive a Madrid. E in Dialect racconta la storia di un gruppo di giovani migranti senza documenti che, dopo avere attraversato il Mediterraneo, finisce sotto custodia in un centro di accoglienza statale a Siviglia. Tra staged photography e video, a Beltrán interessa mostrare come interagiscono tra loro questi adolescenti, bloccati in un limbo mentre stanno ancora capendo chi sono e cosa vogliono.

In Ground truth il fotografo cinese Sheung Yiu instaura un dialogo tra l’evoluzione della tecnologia e la nostra percezione di ciò che vediamo. Yiu, residente a Helsinki, segue un gruppo di scienziati finlandesi che applicano le tecniche più avanzate di interpretazione delle immagini satellitari nello studio degli alberi. Ai dati scientifici, l’artista affianca immagini d’archivio e di paesaggi per restituire la complessità della visione nell’epoca degli algoritmi.

Diego Saldiva è brasiliano ed è arrivato in Svizzera per studiare fotografia. Con Everyone has a plan until they get punched in the mouth ci porta a Harrisonburg, una cittadina della Virginia, negli Stati Uniti, dove una volta al mese si svolge un’insolita tradizione: due persone decidono di risolvere un problema prendendosi a pugni, in un cortile soprannominato Satan’s backyard, il cortile del diavolo. Poche regole: devono esserci dei testimoni e l’evento deve essere filmato. Il fotografo parte da questa dimostrazione gratuita di violenza e mascolinità per indagare un’altra forma di violenza, quella economica e sociale che colpisce
Harrisonburg, descritta attraverso le storie dei suoi abitanti.

Questi sono solo quattro dei trenta artisti di Circulations, che si svolge fino al 29 maggio nello spazio culturale Centquatre-Paris, nell’area orientale della capitale francese.

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