Profughi di serie B
Profughi di serie B
L’Unione africana ha condannato il 28 febbraio gli episodi di razzismo subiti da alcuni cittadini africani alle frontiere ucraine, dove gli sarebbe stato impedito di passare insieme agli altri profughi.
“Le immagini sono scioccanti, le testimonianze rivoltanti”, scrive il quotidiano burkinabé Aujourd’hui au Faso, che parla di “segregazione vergognosa”: “Molti africani che fuggono dai combattimenti in Ucraina vengono maltrattati o gli viene impedito di salire sugli autobus e i treni riservati ai civili che vogliono uscire dal paese”. Tra i racconti che circolano sui mezzi d’informazione c’è quello di Ngubu, studente nigeriano a Kiev, che dice al sito Sahara Reporters di essere stato spinto giù da un treno diretto in Polonia e di aver ricevuto un pannolino sporco in faccia.
In Nigeria decine di genitori dei circa quattromila studenti bloccati nel paese in guerra hanno protestato davanti all’ambasciata russa ad Abuja. In risposta, il governo nigeriano ha organizzato dei voli verso i paesi confinanti con l’Ucraina per rimpatriare i propri cittadini, scrive The Punch.
Anche in Libano sono scoppiate proteste contro il governo di Beirut, accusato di aver abbandonato a loro stessi migliaia di libanesi, scrive L’Orient-Le Jour.
Meno di una decina di paesi africani ha un’ambasciata o un consolato in Ucraina, fa notare Jeune Afrique, cosa che rende ancora più difficile i rimpatri dal punto di vista logistico. Prima dello scoppio della guerra poco meno di ventimila studenti africani – in gran parte originari di Marocco, Egitto, Nigeria e Ghana – studiavano nel paese esteuropeo, attirati dalle rette universitarie basse, dal costo della vita abbordabile e dalla relativa sicurezza. Che oggi non c’è più: il 26 febbraio uno studente algerino di 25 anni è morto a Charkiv, colpito da un proiettile vagante, riporta Middle East Eye. Era in Ucraina per studiare ingegneria aerospaziale. L’Algeria, che gode di buoni rapporti con la Russia, non aveva invitato i suoi cittadini a lasciare il paese.