Il 19 agosto Claude Joseph, primo ministro ad interim di Haiti dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moïse, avvenuto il 7 luglio, si è dimesso e ha lasciato il potere ad Ariel Henry. Moïse aveva dato l’incarico a Henry due giorni prima di essere ucciso. L’accordo mette fine a uno scontro di potere tra i due leader, che negli ultimi giorni si erano contesi il sostegno della comunità internazionale, e dovrebbe servire a fermare la crisi politica e sociale. Ma è stato criticato da vari leader della società civile, secondo cui sia Henry sia Joseph erano troppo vicini a Moïse, che aveva legami con le gang di strada e cercava di governare in modo sempre più autoritario. “Henry, 71 anni, è uno stimato neurochirurgo ed è considerato un politico moderato e conciliatore”, scrive El País. L’Organizzazione degli stati americani lo ha invitato a formare un governo che rappresenti “tutti gli attori politici, economici e della società civile”, e a fissare elezioni libere e trasparenti

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Questo articolo è uscito sul numero 1419 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati