◆ Temperature roventi, terreni sterili, scarse riserve idriche e frequenti tempeste di vento rendono la cittadina di Phalodi, nel deserto indiano del Thar, un posto piuttosto inospitale. Ma l’abbondanza di spazi aperti e di luce solare fanno sì che questa remota località del Rajasthan, nel nordovest dell’India, sia ideale per catturare l’energia solare.
La costruzione del parco solare Bhadla, vicino al confine con il Pakistan, è cominciata nel 2015. Oggi milioni di pannelli fotovoltaici ricoprono il paesaggio brullo, conferendogli un aspetto metallico. Quest’immagine, scattata dal satellite Landsat 8 della Nasa, mostra la parte principale del parco, che in totale si estende per 5.700 ettari e ha una capacità di 2.245 megawatt. Secondo Mercom India, che offre consulenze sull’energia pulita, il parco ha permesso al Rajasthan di superare il Karnataka come stato indiano con la maggiore capacità solare.
I cieli quasi sempre limpidi della regione si traducono in una grande abbondanza di luce solare, ma le frequenti tempeste di vento rappresentano una sfida ingegneristica notevole. I pannelli si ricoprono infatti di sabbia, polvere e minerali, che ostacolano la produzione di elettricità. Alcuni operatori hanno installato dei sistemi automatizzati di pulizia dei pannelli, riducendo così il lavoro manuale e il consumo d’acqua. Le immagini satellitari aiutano a ottimizzare le operazioni di pulizia.–Nasa
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1452 di Internazionale, a pagina 99. Compra questo numero | Abbonati