Javier Sinay, giornalista, non era interessato a viaggiare fino a quando, mosso dall’amore, ha deciso di girare mezzo mondo alla ricerca di una donna. Higashi, la sua ragazza, ha vinto una borsa di studio per studiare il chado, la cerimonia del tè, a Kyoto, in Giappone e, di fronte alla prospettiva di una separazione così prolungata e alla notizia di aver perso il lavoro, Sinay decide di organizzare un viaggio. Il suo gesto lo ha portato a chiedersi cosa sono disposte a fare le persone per amore, così si è messo a raccontare, insieme alle sue, alcune storie d’amore e di sofferenza di ciascuno dei luoghi che avrebbe visitato. Spagna, Francia, Germania, Bielorussia, Russia, Mongolia, Cina, Corea e Giappone sono luoghi in cui il cronista ha cercato di indagare casi noti o dove sono apparse storie inaspettate. Il libro si apre proprio nel mezzo del viaggio, con il resoconto di una cerimonia eseguita da uno sciamano nell’area del lago Bajkal, in Siberia. Lì, Sinay scopre quanto siano potenti i suoi antenati e che il suo cammino è protetto da loro. La scelta di questo inizio non è semplicemente un espediente narrativo; nonostante l’apparente distanza del narratore da ciò che sta succedendo intorno a lui, la cerimonia implica una fede in qualcosa di invisibile. Il viaggio del corpo è anche una forma di viaggio dell’anima, dice. Javier Sinay racconta storie d’amore tenere, felici e a volte anche scabrose, mentre è in viaggio verso Higashi, che in giapponese significa “oriente”.
Laura Cardona, La Nación
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Questo articolo è uscito sul numero 1487 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati