Ogni anno escono romanzi in prima persona, spesso di ventenni, che affrontano il capitalismo e il sesso nel tentativo di dire qualcosa sulla cultura in cui viviamo. L’esordio di Sarah Thankam Mathews segue Sneha mentre affronta il suo primo lavoro dopo il college a Milwaukee e la sua prima relazione con una donna. Il punto di vista di Mathews sulla società, sul genere e sull’amore è rivelatore e fresco, senza mai diventare stucchevole, e mostra il modo in cui capitalismo e razzismo influiscono sulla vita quotidiana senza sembrare un libro di testo. Mentre Sneha cerca di gestire la sua famiglia che vive in India e la sua relazione sentimentale, prova continuamente a dividere la vita in porzioni ordinate e pulite. E, come molte persone queer, ha difficoltà a far entrare gli altri nel proprio mondo. Sarah Thankam Mathews ha voluto sfidare l’idea neoliberale del sé che si forma nel vuoto. Voleva invece mostrare un sé che si forma attraverso gli altri. Il rapporto di Sneha con il genere sembra sempre in evoluzione. Tuttavia, il romanzo conferisce una certa grazia alla narratrice, permettendole di mantenere il suo potere sulle cose e la sua ambiguità.
Grace Byron, The Observer
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Questo articolo è uscito sul numero 1519 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati