Le demolizioni sono cominciate. L’autostrada che il governo egiziano sta costruendo “sarà ampia, dritta e moderna”, scrive Mariam Ehab su The Continent. “Passerà nel cuore della città vecchia del Cairo senza evitare siti di importanza storica o culturale. Li attraverserà direttamente”. Il 6 gennaio 2024 il centro artistico e culturale Darb 1718, fondato dallo scultore Moataz Nasr Eddine, è stato distrutto con dentro opere del valore di centinaia di migliaia di dollari. Dal 2020 il governo demolisce mausolei, santuari e tombe dichiarando di voler risolvere il problema cronico del traffico nella capitale e di voler stimolare l’economia. Il progetto del presidente Abdel Fattah al Sisi non si limita alla città vecchia del Cairo, il cui status di sito patrimonio dell’Unesco è adesso a rischio: negli ultimi nove anni, Al Sisi ha costruito 934 ponti e 5.800 chilometri di nuove strade. L’Egitto è passato dal 118º al 28º posto del Global competitiveness report del World economic forum. Ma, avvertono gli osservatori, sacrificando un patrimonio inestimabile. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati