“I coni di ghiaccio suonano quasi come uno xilofono”, dice il batterista sperimentale svizzero Julian Sartorius. “Appena prima di rompersi, cambiano tono”. Sartorius ha appena pubblicato il secondo capitolo della sua serie Hidden tracks, composta esclusivamente da suoni che Sartorius registra durante delle escursioni in montagna. L’ultima è stata registrata mentre viaggiava dalla città italiana di Domodossola alla vetta alpina del Weissmies, in Svizzera. L’idea di usare l’ambiente come strumento è venuta gradualmente a Sartorius. Dopo aver lavorato con diversi materiali – metallo, plastica, legno – ha pensato di registrare i beat all’aria aperta. “Ho pensato che avrei dovuto semplicemente uscire con le bacchette e un registratore”, ricorda. È stata l’occasione per unire due delle sue più grandi passioni: la musica e l’escursionismo. “Sono stato ispirato da artisti animati da un profondo legame con la natura, come Hamish Fulton”, spiega Sartorius. Le sue prime registrazioni sono state realizzate durante un’escursione di 220 chilometri da Basilea a Ginevra. Ci sono voluti dieci giorni. Ha registrato molti suoni diversi picchiettando con le bacchette su segnali stradali, edifici, rocce, perfino su muschio, ruscelli e funghi. Ha già registrato una terza escursione nella foresta pluviale boliviana. “Non voglio limitarmi all’ambiente alpino”, dice. Non è una sorpresa. Se c’è una cosa vera di Sartorius, è che non gli piacciono i limiti.
Michal Wieczorek,
Bandcamp Daily

Julian Sartorius (Stephan Hermann)

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Questo articolo è uscito sul numero 1566 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati