“Dall’inizio del 2024 i marocchini hanno organizzato più di cento proteste contro il carovita. Da Agadir a Rabat, addetti alle pulizie, ingegneri, operatori sanitari e pensionati hanno manifestato per chiedere che i salari siano più alti e pagati con puntualità, e di intervenire per frenare la crescita dei prezzi dei beni di consumo”, scrive The Continent. “Gli ultimi sei anni sono stati come una lunga rivolta del pane in Marocco, perché i rincari dei generi alimentari sono stati brutali, con un picco del 32 per cento nel febbraio 2023”. La crisi marocchina, spiega il settimanale, deriva da un cambiamento della politica agricola, che ha permesso da un lato di aumentare la produzione, ma dall’altro ha spinto i contadini a investire sulle colture da esportazione. I marocchini, invece, chiedono al governo di dare la priorità alla “sovranità alimentare”. Secondo The Continent in almeno altri dodici paesi africani – dal Kenya alla Nigeria – i governi sono sotto pressione per l’eccessivo costo della vita. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1567 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati