“Alla vigilia delle elezioni del 9 giugno si pensava che i belgi avrebbero usato la clava per demolire gli equilibri politici del paese. E invece”, scrive il sito d’informazione europeo Politico, “al posto della distruzione totale, hanno preferito un semplice riassestamento dello stato e delle finanze pubbliche. Il partito di destra Nuova alleanza fiamminga (N-va) e il Movimento riformista (Mr), liberale e francofono, sono i vincitori delle triple elezioni del 9 giugno, in cui i belgi hanno votato per il parlamento federale, per quelli regionali e per quello europeo. Il risultato ha sorpreso tutti: per mesi i sondaggisti avevano ripetuto che nelle Fiandre avrebbe stravinto l’estrema destra separatista del Vlaams belang (Vb), che invece alla fine si è fermata ben al di sotto delle previsioni ed è stata superata dall’N-va”.
Come spiega Politico, “in Vallonia e a Bruxelles, l’Mr ha stupito tutti, affermandosi come primo partito e assestando un colpo durissimo ai socialisti, saldamente al potere da decenni. Come l’N-va, anche i liberali valloni hanno costruito la loro campagna elettorale sulla promessa di riforme economiche per arginare il debito pubblico, ormai fuori controllo. L’N-va ha anche proposto di affidare ai parlamenti regionali di Fiandre e Vallonia buona parte delle competenze che oggi spettano allo stato federale. Se applicata, la riforma lascerebbe all’esecutivo federale solo la gestione della difesa e della politica estera”.
Per il primo ministro uscente Alexander De Croo, continua Politico “le elezioni sono state un disastro. Il suo partito, i Liberali e democratici fiamminghi (Vld), ha ottenuto appena l’8,7 per cento del voto fiammingo alle elezioni federali, con un calo del 4,8 per cento rispetto al 2019. De Croo ha già presentato le dimissioni da primo ministro al sovrano Filippo, un passo che ha preceduto gli incontri del re con i leader dei principali partiti, tra cui Bart De Wever (N-va), Tom Van Grieken (Vb) e George-Louis Bouchez (Mr). Al termine, il re ha dato a De Wever l’incarico di formare il governo. In Belgio la formazione dell’esecutivo federale è tradizionalmente complicata, ma stavolta la trattativa sembra poter essere sorprendentemente semplice. Appena prima del voto, infatti, Bouchez aveva dichiarato di essere disposto ad allearsi con l’N-va. La sera del 9 giugno ha poi precisato di considerare i centristi francofoni di Les Engagés (6,8 per cento al parlamento federale) come ‘partner privilegiati’”.
La nascita di una coalizione di centrodestra potrebbe portare alla fine del dominio dei socialisti francofoni sul paese. “Nell’ultima fase della campagna elettorale”, prosegue Politico, “De Wever aveva accarezzato l’idea di diventare primo ministro alla guida di un governo impegnato a risanare le finanze del paese. Anche il Vb sperava di ottenere la guida dei negoziati per la formazione del governo sul versante fiammingo. Per questo il secondo posto dietro all’N-va ha il sapore della sconfitta, anche se il partito ha guadagnato seggi a livello federale ed è stato il più votato alle europee. In ogni modo, il cambiamento più radicale c’è stato in Vallonia, con la vittoria dell’Mr e il tracollo del socialisti”. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1567 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati