“Dopo quasi quattordici anni di calvario giudiziario, il 26 giugno il fondatore di Wikileaks Julian Assange (nella foto) è tornato in libertà dopo aver raggiunto un accordo con la giustizia statunitense. Accusato di aver pubblicato più di 700mila documenti riservati sulle attività militari e diplomatiche americane, Assange si è dichiarato colpevole di “cospirazione per ottenere e divulgare informazioni relative alla difesa degli Stati Uniti” ed è stato condannato a 62 mesi di prigione, già scontati in detenzione preventiva a Londra. “Il patteggiamento è avvenuto a Saipan, nel territorio statunitense delle Isole Marianne Settentrionali, nel Pacifico”, scrive The Intercept. Da lì Assange è partito per tornare a casa in Australia. Secondo le ricostruzioni, è stato fondamentale il ruolo del primo ministro australiano Anthony Albanese che, dopo essersi insediato nel 2022, aveva messo la liberazione di Assange tra le priorità diplomatiche del suo governo. Senza un accordo, negli Stati Uniti Assange avrebbe rischiato una condanna fino a 175 anni di carcere. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati