◆ “Le tempeste tropicali come Alberto possono ridurre i redditi per anni”, scrive New Scientist. Alberto è stata la prima tempesta a colpire l’America settentrionale nel 2024. Ha raggiunto la terraferma il 20 giugno, devastando parte del Messico e del Texas e provocando la morte di almeno quattro persone. Oltre ai danni immediati bisogna considerare anche quelli a lungo termine, che possono essere molto più grandi. Il settimanale britannico cita una ricerca pubblicata sul sito Earth­ArXiv, non ancora accettata da una rivista scientifica. I ricercatori hanno analizzato l’impatto dei cicloni tropicali sugli Stati Uniti. Questi eventi causano vari tipi di danni, distruggendo edifici, coltivazioni e infrastrutture. La maggior parte dei cicloni provoca un calo duraturo dei livelli di reddito, ma quelli più forti non sembrano provocare conseguenze di questo tipo, probabilmente grazie all’effetto di compensazione degli aiuti federali versati in caso di tempeste eccezionali. Nel periodo tra il 1980 e il 2019 le perdite indirette potrebbero essere state almeno dieci volte più alte di quelle dirette. “Il modo in cui le persone e i governi rispondono alla distruzione può modificare le economie locali in maniera persistente”, scrive New Scientist. Nella maggior parte dei casi, “i redditi pro capite sono risultati più bassi per anni dopo l’esposizione di una contea a una tempesta, e in alcuni luoghi non sono tornati a crescere nemmeno a distanza di cinque anni”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati