Il 25 giugno la missione cinese Chang’e 6 si è conclusa con l’atterraggio della capsula di risalita (nella foto), che ha portato con sé i primi campioni di roccia provenienti dalla faccia nascosta della Luna. A causa delle difficoltà di comunicazione con il lato del satellite che non è mai rivolto verso la Terra, il processo è stato in gran parte automatizzato, scrive New Scientist. L’analisi del materiale, raccolto vicino al polo sud lunare, potrebbe offrire indicazioni sulla presenza di acqua, una risorsa importante in vista delle missioni con equipaggio che Pechino vuole realizzare entro il 2030.

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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati