Alla corte suprema indiana sono in corso le udienze in merito a varie petizioni per la criminalizzazione dello stupro coniugale. “L’India è uno dei 36 paesi al mondo in cui lo stupro coniugale non è reato”, scrive Outlook. “L’attuale cornice giuridica protegge i mariti, permettendogli di avere rapporti sessuali non consensuali con le mogli senza rischiare di essere penalmente perseguibili”. Gli attivisti che hanno presentato le petizioni hanno ricevuto un duro colpo dal governo centrale, che nel suo affidavit consegnato alla corte sostiene che equiparare il sesso coniugale non consensuale allo stupro sarebbe eccessivo perché potrebbe “avere un impatto grave sulla relazione coniugale e portare a gravi disturbi nell’istituzione del matrimonio. L’assunto di fondo, dice il governo, è che con il matrimonio l’uomo stipula un accordo con la donna in base a cui il suo consenso ad avere rapporti varrà sempre”, spiega il settimanale. Il governo sostiene inoltre che le donne hanno già degli strumenti legali contro gli abusi sessuali, come la legge sulla crudeltà verso le donne sposate. Secondo lo studio nazionale sulla salute delle famiglie pubblicato nel 2016 dal ministero della sanità, l’83 per cento delle indiane sposate tra i 15 e i 49 anni dichiaravano di aver subìto violenza sessuale dal marito. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1586 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati