Il dna può essere usato per immagazzinare dati. Un gruppo di ricercatori ha archiviato dei dati in molecole di dna modificato usando sequenze di 0 e 1, come nei computer, invece che sequenze di lettere, come nel codice genetico. Archiviare dati nel dna può avere molti vantaggi: è più stabile e duraturo delle memorie elettroniche, ed è estremamente capiente, basta pensare che il nostro intero genoma è conservato in una singola cellula. Nello studio sono stati usati dei mattoni, o brevi sequenze prefabbricate di dna assemblate insieme. Alcune di queste molecole sono modificate con la metilazione, un processo naturale coinvolto nella regolazione dell’attività dei geni. I filamenti di dna vengono poi letti con tecniche di sequenziamento, che interpretano l’assenza e la presenza della metilazione come 0 e 1. Per ora i costi della tecnica sono ancora molto alti, ma le attuali memorie dei computer stanno raggiungendo i limiti fisici, mentre il volume dei dati aumenta. Servono quindi tecnologie alternative. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati