Le elezioni legislative del 27 ottobre – le settime in tre anni e mezzo – hanno confermato la frammentazione politica della Bulgaria, senza risolvere lo stallo istituzionale in cui si trova il paese. Come a giugno, la vittoria è andata al partito conservatore e populista Gerb dell’ex premier Bojko Borisov, con il 25,5 per cento dei voti, seguito dai liberali di Continuiamo il cambiamento (13,7 per cento). In parlamento ci saranno nove partiti di orientamenti molto diversi, e formare un governo stabile sarà difficile. Secondo il sito romeno G4Media la crisi in corso è un problema serio per il paese, perché “allontana gli investimenti stranieri, frena le riforme anticorruzione e mette a rischio anche i fondi europei”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati