Adri Salido, Anadolu/Getty

La commissione africana sui diritti umani e dei popoli, un organo dell’Unione africana, ha reso noto il 28 ottobre che molte lavoratrici migranti in Libano, in gran parte originarie di Etiopia, Kenya, Sudan e Sierra Leone, sono state abbandonate dai loro datori di lavoro e non riescono a uscire dal paese colpito dai bombardamenti israeliani. “Dall’inizio di ottobre l’Organizzazione internazionale per le migrazioni in Libano ha ricevuto più di settecento richieste di rimpatrio”, scrive The Continent. “Il ritorno a casa di queste donne è ostacolato dalla guerra e dal sistema tradizionale della kafala”, che garantisce ai datori di lavoro il controllo totale sulle impiegate, a cui spesso vengono sottratti i documenti perché non scappino. Molte donne sono state sfollate più volte e per sopravvivere possono contare solo sul sostegno delle reti formate da altri migranti. Nella foto, lavoratrici africane a Beirut, 2022.

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Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 37. Compra questo numero | Abbonati