La stanza dove lavora Maritza Sevilla sembra un piccolo laboratorio. Il bianco delle pareti, i tavoli in acciaio inossidabile e l’ordine che regna ovunque ricordano una sala per gli esperimenti scientifici. È grande appena quattro metri quadrati, e a prima vista nessuno saprebbe indovinare a cosa serve, se non fosse per l’aroma dei saponi, delle creme, degli estratti e degli shampo. Rosmarino, uva, macadamia, avena, miele, caffè, curcuma, avocado, cocco e mille altri profumi si mescolano nell’aria in un cocktail inebriante da far girare la testa, ma lei è abituata. Ognuno ha un ruolo nel suo arsenale cosmetico. Frutta, spezie e piante sono lasciate a macerare lentamente dentro alcuni contenitori per diverse settimane, per estrarre ogni goccia di essenza. Maritza, che indossa grembiule, guanti, maschera e cuffia, è la mente dietro la Arte-sana, l’azienda di cosmetici naturali nata nel 2020 nella provincia di Guanacaste, in Costa Rica.

Oggi questa attività è una delle sue grandi passioni e l’ha resa un punto di riferimento per altre imprenditrici, ma Sevilla, 63 anni, confessa che non si aspettava di lavorare nel settore della cosmetologia, soprattutto fuori del suo paese. “In Nicaragua, con la liquidazione di un lavoro precedente, avevo aperto un ristorante, ma qui ho dovuto ricominciare da zero in un altro settore. Non volevo avere a che fare con i prodotti chimici, ma mi è piaciuta l’idea dei cosmetici e allora mi sono lanciata”, racconta.

Sevilla ha manifestato contro la dittatura di Daniel Ortega e Rosario Murillo nel 2018 e poi è stata presa di mira dai sostenitori di Ortega e dalla polizia. Alla fine è stata costretta a fuggire dal Nicaragua. Non si aspettava di perdere nel giro di un paio di mesi tutto quello che aveva costruito negli anni. Aveva manifestato in difesa dei diritti umani e contro la corruzione dello stato anche prima della crisi sociopolitica, ma con l’aggravarsi della situazione del paese l’attivismo ha messo a rischio la sua vita. “Hanno fatto irruzione in casa mia, mi hanno chiuso il ristorante”, racconta. Ha preso con sé solo un paio di effetti personali ed è partita. Pensava di stare fuori solo un paio di mesi, ma sono passati sei anni.

L’Arte-sana è stata un successo. Cominciata come un’attività di produzione e vendita di saponi oggi ha un catalogo completo di prodotti naturali per la bellezza e il benessere. Oltre a vendere sui social network, Sevilla ha aperto un negozio in un centro commerciale di Guanacaste. Ha anche avviato alcune collaborazioni con altri artigiani, allestendo spazi di vendita e promozione. Sevilla dice con orgoglio: “Sono una piccola imprenditrice. Pago le tasse, verso i contributi, ho l’assicurazione per gli infortuni sul lavoro e mi guadagno la vita”, afferma.

All’inizio non è stato facile. Le sue domande di lavoro venivano sempre respinte perché, con una laurea in sociologia e un diploma in contabilità, era considerata “troppo qualificata”. I datori di lavoro le dicevano sempre la stessa cosa: “Il lavoro c’è, ma non quello che cerchi tu”. Gli impieghi disponibili prevedevano orari lunghi e stipendi bassi. “Quando ho riempito i moduli all’ufficio migrazione, mi hanno detto che in Costa Rica gli impieghi per cui erano richiesti più stranieri erano la ristorazione e il lavoro nei campi”, ricorda Sevilla.

Senza frontiere

Secondo alcuni studi, la maggior parte della popolazione nicaraguense che vive in Costa Rica lavora nell’economia informale, con salari bassi e senza avere accesso alla previdenza sociale. Il 71 per cento è occupato in agricoltura, edilizia, turismo, commercio o nelle pulizie.

Sevilla, come altre donne nicaraguensi, ha fatto la collaboratrice domestica per sopravvivere. Poi un giorno ha frequentato un laboratorio di produzione di sapone, e da lì è cominciata la sua avventura. Grazie all’esperienza accumulata in Nicaragua la sua attività è cresciuta. “Per aprire un’azienda non basta solo volerlo. Bisogna conoscere i requisiti legali ed essere capaci di farsi conoscere”, dice.

Dopo aver affrontato una battaglia burocratica per soddisfare tutti i requisiti legali per fondare l’Arte-sana, insieme ad altre cinque donne ha creato il collettivo Mujeres sin fronteras, formato da altre nicaraguensi emigrate in Costa Rica. Il suo obiettivo è aiutare le donne che vogliono aprire un’attività, fargli conoscere i loro diritti, rafforzare le competenze e fare rete. Sevilla dice che molte nicaraguensi sono sottoccupate e affrontano parecchi ostacoli per aprire un’attività perché non conoscono le procedure e perché gli impiegati pubblici non sono aggiornati sui diritti degli stranieri, in particolare dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

Nel suo caso, il comune non voleva riconoscere il permesso di lavoro e le impediva di fare domanda per registrare la sua attività. “Le difficoltà che ho incontrato mi hanno spinta ad aiutare le persone più vulnerabili. Voglio che altre nicaraguensi possano generare un reddito per la loro famiglia, integrarsi e contribuire all’economia. Non vogliamo che la gente pensi che, siccome siamo straniere, dipendiamo dallo stato”, spiega.

Oggi il collettivo Mujeres sin fronteras è composto da quindici nicaraguensi, anche se Sevilla spiega che il numero è variabile. Molte donne continuano il loro percorso migratorio spostandosi nell’entroterra della Costa Rica o andando in altri paesi. Alcune lavorano nell’artigianato, altre nell’industria agroalimentare, nel commercio e in altri settori. Sevilla ripete che senza una rete di sostegno non è possibile andare avanti. Lei e le altre componenti del collettivo organizzano seminari per condividere le loro conoscenze. Molte hanno già una lunga esperienza di lavoro in proprio ma non hanno un’istruzione formale, e quelle che hanno studiato non sempre hanno conoscenze finanziarie. Così mettono in comune le loro competenze.

Il passo successivo

Il laboratorio di Sevilla per adesso è una stanza della sua casa. Il suo prossimo obiettivo è ottenere la certificazione sanitaria. Per farlo deve mettere insieme i soldi necessari e associarsi con un’altra imprenditrice. “Voglio collaborare con altre aziende di cosmetici naturali e formare un consorzio”, spiega.

Anche la sua potenziale socia in affari vende prodotti naturali, ma per uso veterinario: saponi, shampo e creme per cani e gatti. Il passo successivo sarà vendere a grossisti, alberghi e supermercati. Per ottenere la certificazione sanitaria dovrà collaborare con un laboratorio, e quindi la sua “piccola officina”, come la chiama lei, non è destinata a durare a lungo. Vuole anche prendere il secondo diploma tecnico, in cosmesi naturale. “Mi piace che i miei prodotti funzionino. La parte che preferisco del mio lavoro è quando mi dicono ‘quell’olio è stato una salvezza per le mie ginocchia!’. È il mio obiettivo”, dice.

Grazie alla sua formazione continua, Sevilla è stata invitata da numerose organizzazioni e università a tenere seminari sull’industria agroalimentare, sull’imprenditoria e sulla cosmesi naturale.

Secondo lei molti migranti commettono l’errore di non porsi obiettivi perché pensano di tornare nel loro paese, un momento che non arriva mai. “Ci sono persone che sono qui da più di vent’anni e non hanno fatto niente. Ma per stare in Costa Rica non basta avere obiettivi a breve termine, è necessario pianificare”, afferma.

Sevilla vuole consolidare il collettivo Mujeres sin fronteras per fare in modo che le associate siano in grado di continuare le attività anche senza di lei, mantenendo vivo questo spazio di collaborazione. ◆ fr

Biografia

1961 Nasce in Nicaragua.
2018 Dopo aver manifestato contro la dittatura del presidente Daniel Ortega e della moglie e vicepresidente Rosario Murillo, è costretta ad abbandonare il paese per sfuggire alla persecuzione politica.
202o In Costa Rica fonda l’azienda Arte-sana, specializzata in cosmetici naturali.
2021 Crea il collettivo Mujeres sin fronteras per aiutare le donne nicaraguensi emigrate in Costa Rica ad aprire un’attività in proprio.


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Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 72. Compra questo numero | Abbonati