Il primo ministro neozelandese Christopher Luxon ha chiesto perdono a migliaia di persone vittime di violenze mentre erano affidate a istituti pubblici e religiosi, riconoscendo le “sofferenze inimmaginabili” subite. Secondo un’inchiesta durata sei anni, i cui risultati sono stati resi noti a luglio, circa duecentomila adulti vulnerabili e bambini hanno subìto violenze per quasi settant’anni, a partire dagli anni cinquanta. Tra le violenze citate ci sono aggressioni sessuali, elettroshock e donne costrette a dare i figli in adozione. Luxon, che da un anno guida un governo conservatore, si è scusato a nome dello stato. “È terribile che nessuno vi abbia creduto quando avete denunciato”, ha detto in parlamento, rivolgendosi alle vittime, alcune delle quali erano presenti in aula. “Le mie parole non possono cancellare la vostra sofferenza, ma spero che possano almeno alleviarla”, ha aggiunto. “Per quanto le scuse siano un passo importante, porgerle a nome di un’istituzione è la parte relativamente facile del processo”, scrive The Post. “La parte difficile sarà quella che il governo ha di fronte: la riforma dell’informazione pubblica, dei sistemi di sicurezza e, soprattutto, il risarcimento in denaro. Ma qui sorge una questione moralmente insolvibile: quanto denaro è sufficiente per compensare una vita rovinata?”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1589 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati