Il 18 novembre la Russia ha posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, proposta da Regno Unito e Sierra Leone, per chiedere la fine delle ostilità in Sudan. Il veto russo è stato duramente criticato da Londra e Washington, ma è stato accolto con favore dalle autorità sudanesi che fanno capo ad Abdel Fattah al Buhran, il comandante delle forze armate che dall’aprile 2023 si scontrano con i paramilitari delle Forze di supporto rapido. ◆ Secondo uno studio del gruppo di ricerca sul Sudan della London school of hygiene and tropical medicine, la guerra ha causato 61mila morti solo nello stato di Khartoum. ◆ Nell’est del Sudan crescono le preoccupazioni per l’arrivo di due milizie sostenute dall’Eritrea. Sono alleate dell’esercito, spiega il sito Sudan war monitor, ma hanno i loro interessi politici e i loro obiettivi, nonché rapporti diretti con Asmara. ◆ A novembre l’Egitto è il paese che ospita il maggior numero di profughi sudanesi: più di 1,2 milioni sui 2,1 milioni di persone che hanno lasciato il Sudan dallo scoppio della guerra. Il 17 novembre i deputati egiziani hanno votato a favore di una legge che per la prima volta assicura dei diritti ai rifugiati e ai richiedenti asilo nel paese, scrive Al Masry Al Youm, permettendo all’Egitto di allinearsi con le convenzioni internazionali in materia.
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Questo articolo è uscito sul numero 1590 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati