Kiev, 19 novembre 2024 (Maxym Marusenko, NurPhoto/Getty)

Il 19 novembre 2024 sono passati due anni e nove mesi dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: mille giorni. “Mosca è riuscita a prendere il controllo del 20 per cento del territorio ucraino e a radere al suolo decine di città. Oggi ogni famiglia ucraina ha parenti e amici morti in guerra. Milioni di persone hanno lasciato le loro case e centinaia di migliaia non torneranno mai più”, scrive la giornalista ucraina Anastasia Magasowa sul quotidiano tedesco Die Tageszeitung. Sempre il 19 novembre, Mosca ha accusato Kiev di aver lanciato sei missili statunitensi a lungo raggio contro un sito militare nella regione russa di Bryansk, danneggiando un deposito di munizioni. Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha promesso una risposta “appropriata”, denunciando il coinvolgimento degli Stati Uniti negli attacchi e considerandoli una “nuova fase” del conflitto. Il giorno dopo il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto sulle modifiche alla dottrina nucleare russa annunciate a settembre: qualsiasi attacco da parte di una potenza non nucleare, sostenuta da una potenza nucleare, sarebbe considerato un attacco congiunto alla Russia. In occasione dei mille giorni di conflitto, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj si è rivolto in videocollegamento al parlamento europeo affermando che il 2025 deve essere “l’anno della pace”. Intanto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha accettato di fornire all’Ucraina anche mine antipersona, nel tentativo di rallentare l’avanzata della Russia. Secondo un funzionario statunitense Kiev si è impegnata a usare solo ordigni che restano attivi per un periodo di tempo limitato e a non piazzarli in aree densamente popolate. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1590 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati