Il 2024 ha segnato importanti progressi nella lotta all’hiv, con un aumento delle persone trattate e meno morti per aids. Tuttavia l’obiettivo fissato dalle Nazioni Unite di mettere fine all’epidemia entro il 2030 è ancora a rischio, commenta The Lancet. Alcuni paesi sono sulla buona strada, ma in diverse regioni il traguardo è lontano. Uno dei problemi principali è l’alto numero di nuove infezioni da hiv, con 1,3 milioni di casi stimati nel 2023. In America Latina, Europa orientale e Asia centrale i contagi sono in crescita, soprattutto nei gruppi a rischio come uomini che hanno rapporti con uomini, consumatori di droghe iniettabili e lavoratori del sesso. In Africa i casi sono ancora alti tra donne e ragazze, anche a causa dello stigma che limita l’uso della profilassi orale pre-esposizione. Una terapia promettente è il lenacapavir, un farmaco che si è rivelato molto efficace nella prevenzione dell’hiv. Ma diversi ostacoli complicano l’accesso equo alle terapie e alla prevenzione. I soli progressi scientifici non sono sufficienti, conclude la rivista britannica: per eliminare l’hiv serve una scelta politica ed economica. ◆
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1592 di Internazionale, a pagina 111. Compra questo numero | Abbonati