Il 7 dicembre in Ghana più di 18 milioni di elettori, su 34 milioni di abitanti, dovranno eleggere il presidente e il parlamento. Tra i dodici candidati alla presidenza, i favoriti sono l’ex capo dello stato John Dramani Mahama, del Congresso nazionale democratico, e l’attuale vicepresidente Mahamudu Bawumia, del Nuovo partito patriottico, al potere. “Tutti hanno firmato un patto che li impegna a promuovere la pace durante e dopo il voto”, scrive il quotidiano Daily Graphic. Ma in cima alle preoccupazioni dei ghaneani c’è soprattutto la crisi economica e, in particolare, il carovita. Alla fine del 2022, l’anno in cui il governo di Accra ha dovuto dichiararsi insolvente, l’inflazione su base annua ha sfiorato il 54 per cento. Da allora la situazione è migliorata, ma i prezzi dei beni di consumo continuano a salire. Dopo il default, il governo ha dovuto negoziare con il Fondo monetario internazionale un pacchetto di aiuti da 3 miliardi di dollari in cambio di una serie di riforme economiche. La Banca mondiale calcola che negli ultimi due anni, a causa della crisi, 850mila persone siano scivolate nella povertà, aggiungendosi ad altri sei milioni di persone che già vivono in questa condizione.
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Questo articolo è uscito sul numero 1592 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati