L’abitante tipico dei sobborghi residenziali statunitensi, che guida una Tesla e usa l’iPhone, non pensa quasi mai ai trattori. Invece dovrebbe farlo. Un tempo per riparare un trattore bastavano un set di chiavi inglesi e un po’ di olio di gomito. Oggi ci vogliono un dispositivo portatile, strumenti per la diagnosi online e aggiornamenti del software. Questa roba non si trova nel granaio, ma è in mano a un ristretto gruppo di concessionari autorizzati. In un periodo di lavoro intenso nelle campagne, come la stagione della semina in primavera, un ritardo prolungato a causa di un guasto può danneggiare i raccolti e i guadagni di una fattoria.
Alcuni stati degli Usa stanno cercando di risolvere il problema attraverso la cosiddetta legge sul diritto alla riparazione, che garantisce agli agricoltori e alle officine indipendenti l’accesso agli stessi strumenti a disposizione dei centri d’assistenza autorizzati. L’effetto non sarà limitato alle attrezzature agricole. Molti altri prodotti, dagli smartphone alle Tesla, sono spesso soggetti a restrizioni sulle riparazioni, costi crescenti, disagi e sprechi che superano di gran lunga quelli delle fattorie. Garantire a un agricoltore il diritto alla riparazione è un passo importante verso la possibilità di dare a tutti il diritto a riparare un dispositivo.
Per secoli l’immagine che gli statunitensi avevano di sé è stata giustamente caratterizzata dal concetto di autosufficienza. Se un colono delle praterie si ritrovava con un calzino bucato, lo ricuciva. E se il soffitto aveva una perdita, lo riparava. Non c’erano alternative. Quest’approccio si usava anche con le attrezzature agricole, un settore in cui già ai tempi della seconda guerra mondiale si era diffusa la meccanizzazione. Gli agricoltori che compravano un trattore davano per scontato di poter ottenere i pezzi di ricambio, gli strumenti e i manuali necessari a ripararlo da soli. E se non ci riuscivano, in paese c’era sempre un meccanico autodidatta che avrebbe potuto farlo.
Negli ultimi trent’anni questa cultura dell’America rurale incentrata sull’abitudine a riparare le cose da sé si è andata erodendo. Oggi i trattori sono pieni di tecnologia, tra cui sistemi di guida con gps, automazione, sistemi di controllo delle emissioni e cabine di guida con schermi ad alta definizione. Gli agricoltori e gli esperti di riparazioni indipendenti hanno le competenze per disattivare gran parte di queste tecnologie. Spesso però i produttori limitano l’uso degli strumenti di diagnostica ai tecnici autorizzati, e questo di fatto impedisce agli agricoltori di riparare le proprie attrezzature. Anche quando un agricoltore riesce a ottenere e installare un pezzo di ricambio, i produttori richiedono verifiche che possono essere autorizzate solo da loro, costringendo gli agricoltori a rivolgersi a tecnici specializzati anche per una riparazione veloce.
Forte concentrazione
Negli ultimi decenni sia nel mercato dei produttori sia in quello dei concessionari c’è stata una forte concentrazione. Nel Montana, uno stato grande più o meno quanto la Germania, oggi ci sono solo tre concessionari che vendono attrezzature della John Deere, il principale produttore statunitense di macchinari agricoli; vent’anni fa erano trenta. Secondo un sondaggio condotto alla fine del 2021, in tutto il paese il 65 per cento degli agricoltori aveva accesso a un numero di concessionari inferiore rispetto a cinque anni prima.
Non esistono dati sulle perdite subite dalle fattorie – e dai consumatori statunitensi – a causa dei limiti sulle riparazioni e della scarsa possibilità di scelta in termini di servizi, ma da anni si registrano proteste che hanno alimentato un’ondata di attivismo tra gli operatori del settore. Oggi è difficile trovare un’organizzazione agricola che non abbia una sua posizione sul diritto alla riparazione e sulle relative leggi introdotte a livello statale e federale dal 2014 a oggi. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è speso molto per la causa e di recente il dipartimento di giustizia ha appoggiato una class action degli agricoltori contro la John Deere, osservando che se “il mercato delle riparazioni funziona male, l’agricoltura ne soffre, i raccolti vanno sprecati e i terreni restano incolti”.
Nel corso degli anni sia la Apple sia la Tesla sono state accusate di limitare le riparazioni con le stesse modalità usate dai produttori di attrezzature agricole. Entrambe le aziende si sono opposte ai tentativi di far passare leggi a favore del diritto alla riparazione, citando una serie di ragioni che vanno dai timori sulla tutela della proprietà intellettuale all’idea assurda che il diritto alla riparazione potrebbe ispirare un’ondata di attività criminali di hackeraggio. È più probabile che entrambe le aziende stiano difendendo attività d’assistenza molto redditizie che danneggiano ingiustamente i consumatori, le piccole imprese e gli agricoltori.
Sedie a rotelle
Per fortuna stanno arrivando i soccorsi. Nell’estate del 2022 il Colorado ha approvato una legge che garantisce il diritto alla riparazione delle sedie a rotelle motorizzate. Prima dell’entrata in vigore della misura, le persone che le usavano erano costrette ad attendere la riparazione per settimane. E sembra che i produttori di altri beni, compresi quelli di attrezzature agricole, abbiano recepito il messaggio. L’anno scorso la Apple ha introdotto un programma di auto-riparazione e a gennaio la John Deere e l’American farm bureau hanno firmato un accordo per offrire agli agricoltori un maggiore accesso agli strumenti e alla documentazione necessari per eseguire le riparazioni.
Purtroppo non c’è molto che si possa fare per applicare quell’accordo. Sono però pochi gli agricoltori – o i legislatori – disposti a lasciare campo libero alla John Deere e agli altri produttori. All’inizio di marzo il Colorado ha approvato una legge per il diritto alla riparazione che recepisce gran parte dell’accordo con la John Deere. Gli agricoltori hanno sostenuto con forza la proposta di legge, i concessionari si sono opposti, ma il 26 aprile il governatore Jared Polis ha firmato il provvedimento.
Le ripercussioni vanno ben oltre l’America rurale. Se il governo federale s’impegnasse a liberalizzare il mercato delle riparazioni, sarebbe una buona notizia per chiunque possieda qualcosa che richiede una manutenzione costosa, da un’automobile a una lavastoviglie. In questo senso, il diritto alla riparazione degli agricoltori vale per tutti. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1512 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati