Il 16 ottobre 2024 l’Italia ha approvato la legge più restrittiva dell’occidente sulla gestazione per altri (gpa). I futuri genitori che si rivolgeranno a madri biologiche all’estero rischiano pene detentive e multe consistenti. Una mossa che, secondo chi è contro questa legge, colpirà soprattutto le coppie dello stesso sesso.
In Italia la gestazione per altri era già vietata dalla legge, come accade in diversi paesi, tuttavia ora per la legge è un crimine universale che va oltre le frontiere, come il terrorismo o il genocidio. Il provvedimento rappresenta l’affondo più deciso della presidente del consiglio Giorgia Meloni nel tentativo di dare un’impronta conservatrice alla società italiana e trasforma la gpa in un tema che infiamma le dispute culturali in occidente. Il testo approvato dalla camera nel 2023 e confermato al senato criminalizza anche il lavoro degli italiani che fanno i medici, gli infermieri o i tecnici nelle cliniche della fertilità straniere che praticano la gestazione per altri.
In realtà questo e altri aspetti della legge potrebbero essere difficili da applicare. Perfino i suoi sostenitori, infatti, ammettono che le coppie eterosessuali dovranno rispondere a poche domande una volta arrivati in Italia con un bambino o quando registreranno il certificato di nascita del figlio nel comune di residenza. Chi può dire che la donna di quella coppia non abbia partorito il bambino mentre era all’estero? Mentre un neonato tra le braccia di due genitori dello stesso sesso, soprattutto se due uomini, attirerebbe immediatamente l’attenzione. “Le uniche persone che non possono negare di aver fatto ricorso alla gestazione per altri sono le coppie gay”, conferma Alessia Crocini, presidente dell’associazione Famiglie arcobaleno. “È uno strumento pensato per colpire i padri omosessuali”.
Il messaggio della destra
In base alla legge italiana, le coppie dello stesso sesso non possono adottare figli né in Italia né all’estero. Quindi la nuova norma cancella anche l’ultima possibilità disponibile per le coppie di uomini gay che vogliono formare una famiglia. “È la natura che lo ha deciso, non noi”, dice Susanna Campione, senatrice di Fratelli d’Italia, che ha votato a favore della legge. “Vorremmo che questo esempio fosse seguito da altri. La nostra è una legge evoluta che protegge il bambino, ma anche la donna perché crediamo che la gestazione per altri la riduca a una macchina riproduttiva”. Dopo un dibattito durato sette ore, la legge è stata approvata dal senato con 84 voti a favore e 58 contrari.
Meloni, leader dell’estrema destra e madre single, che non ha sposato il padre di sua figlia, ha promesso di difendere i valori “della famiglia tradizionale”. Il suo governo e i suoi alleati in parlamento sono intervenuti per impedire alle coppie dello stesso sesso di registrare il certificato di nascita dei figli e hanno provato a limitare gli aiuti destinati ai minori per affermare l’identità di genere. Oltre alle norme sulla famiglia, il governo ha varato provvedimenti come il disegno di legge sicurezza (ddl) approvato dalla camera dei deputati, che prende di mira gli attivisti per il clima e i sindacati, criminalizzando le proteste che bloccano le strade e il trasporto ferroviario, dicono gli oppositori al ddl. “Per la destra è importante inviare un messaggio alla società italiana”, spiega il senatore Alfredo Bazoli, del Partito democratico, che ha votato contro la legge. “Il messaggio è che il governo non intende aprire le porte ai nuovi diritti. Al contrario, vuole chiuderle”.
Gli esperti sostengono che la legge italiana potrebbe alimentare un dibattito su un possibile trattato internazionale sulla gestazione per altri. Quest’anno il papa ha usato l’espressione “utero in affitto” e ha chiesto una messa al bando globale della gestazione per altri. Nel 2023 si è tenuto in Marocco un congresso internazionale con esperti provenienti da 70 paesi in cui è stato presentato un appello per vietare questa pratica. Ad aprile di quest’anno il Parlamento europeo ha votato per includere “lo sfruttamento della gestazione per altri” tra gli atti di “tratta di esseri umani”. “L’obiettivo di Giorgia Meloni è fare pressione per una convenzione internazionale che criminalizzi la gestazione per altri”, spiega Léopold Vanbellingen, direttore dell’Istituto europeo di bioetica. “In questo momento è del tutto irrealistico, ma in caso di un’amministrazione Trump, la risposta potrebbe essere diversa”.
Certo sarà più facile identificare due uomini con un bambino
Da tempo l’Europa ha una posizione più conservatrice sul tema rispetto agli Stati Uniti, dove la gestazione per altri è legale quasi ovunque. Molti paesi europei, compresi Germania e Francia, la vietano sul proprio territorio. In alcuni stati europei le famiglie che vi fanno ricorso all’estero incontrano ostacoli nella registrazione dei neonati, mentre in altri andare all’estero è considerato un illecito amministrativo.
Secondo Vanessa Brown Calder, direttrice degli studi sulle politiche familiari presso il Cato institute, la nuova normativa italiana sembra essere la più severa al mondo. Il governo di Roma e i suoi alleati ribadiscono che la legge non è uno strumento per colpire le coppie dello stesso sesso, ma la gestazione per altri, che ritengono immorale. “Certo sarà più facile identificare due uomini”, con un bambino, spiega Jacopo Coghe, portavoce dell’organizzazione conservatrice Pro vita e famiglia, che ha sostenuto con forza la legge. E aggiunge: “Penso che questa sia una pratica barbarica che crea un mercato dei bambini, a prescindere da chi la usi. Tutti dovrebbero essere sanzionati”.
Circa il 90 per cento delle 250 coppie italiane che ogni anno si affidano alla gestazione per altri è eterosessuale, dicono i giuristi, eppure le coppie gay sono chiaramente i bersagli più vulnerabili. “Questa legge è disgustosa”, dice Salvatore Scarpa. Con il suo compagno Luca Capuano nel 2023 hanno avuto una figlia, Paola, affidando la gestazione a una donna in California. La coppia promette di sfidare la legge e di avere un secondo figlio con la stessa donna. “Non possono fermare la nostra famiglia. Come osano giudicarci?”.
Nel 2023 un decreto del governo Meloni ha vietato alle amministrazioni comunali di registrare i certificati di nascita dei figli di genitori dello stesso sesso, negando ai bambini la cittadinanza e l’accesso alle scuole pubbliche, all’assistenza sanitaria e ad altri servizi. Il decreto è contestato nei tribunali, ma per ora Scarpa e Capuano non hanno potuto registrare la figlia di 14 mesi, che vive con loro vicino a Napoli e per lo stato italiano è una cittadina statunitense che ha superato il periodo di permanenza consentito dal visto. Dovranno affrontare la stessa sfida con il prossimo figlio, con il rischio di una condanna fino a due anni e una multa fino a un milione di euro, come prevede la nuova legge. Per evitare di essere fermati per un controllo in un aeroporto italiano, Scarpa e Capuano intendono prendere un aereo dagli Stati Uniti, atterrare a Parigi e proseguire in auto attraversando il confine tra Francia e Italia, che è aperto. Spiegano di voler correre il rischio di restare in Italia per stare vicino ai genitori e agli affetti, ma promettono che lasceranno il paese se “proveranno a portarci via i figli. Non permetteremo che crescano in un orfanotrofio”, garantisce Scarpa.
Rischio delazione
Secondo i giuristi italiani la norma è confusa su alcuni aspetti cruciali. I giudici italiani dovranno stabilire il momento esatto in cui è stato commesso il reato. Alla firma del contratto? Alla nascita? Inoltre dovranno affrontare ostacoli enormi quando proveranno a reperire i documenti medici dall’estero, indispensabili per dimostrare il coinvolgimento dei cittadini italiani nella gestazione per altri, in qualità di potenziali genitori o come personale medico.
Infine per le autorità italiane sarebbe difficile provare a condannare i propri cittadini per azioni che sono legali nel paese dove sono state compiute. Tra l’altro la legge italiana stabilisce che le autorità doganali in aeroporto non possono arrestare persone sospettate di aver commesso reati che prevedono una pena detentiva inferiore ai tre anni. Inoltre è improbabile che in Italia chi non ha precedenti penali vada in carcere se chiede delle misure alternative. Resta il fatto che gli agenti di frontiera potrebbero riferire i casi alle procure. Per le persone ritenute colpevoli le multe potrebbero essere elevatissime e molte famiglie potrebbero trovarsi a vivere nell’angoscia di essere denunciate.
“Esiste la possibilità che un pediatra o un vicino di casa decidano di denunciare due padri con un bambino, perché non accettano che due uomini abbiano un figlio”, sottolinea Vincenzo Miri, presidente del Lenford network, un’associazione di avvocati italiani che difende i diritti della comunità lgbt. “Questo è quello a cui potrebbero andare incontro molte persone”. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati