I dettagli comincia a Stoccolma, con una donna di mezza età senza nome colpita da un virus non ben definito. La febbre alta la porta a rovistare nei suoi ricordi fino a evocare una narrazione in quattro capitoli, incentrati su una figura importante dei suoi vent’anni. Questi ritratti vanno e vengono nella sua coscienza febbricitante mentre “il tempo si ripiega su se stesso”. Il primo capitolo è dedicato a Johanna, ricca e ambiziosa, il primo amore della narratrice che l’aveva accudita negli anni novanta quando si era presa la malaria. I capitoli seguenti parlano di Niki, la sua selvatica coinquilina dell’università; di Alejandro, un musicista con cui ha un’intensa e breve storia d’amore; e di Brigitte, un personaggio che in modo indiretto l’ha resa più cauta nelle relazioni. Se ogni dettaglio di questi personaggi viene analizzato, Genberg dice pochissimo della protagonista della storia; eppure la sua figura emerge piano piano, riflessa nei suoi rapporti con gli altri. È l’immagine di una donna bisessuale che, anche se intelligente e dotata di buon senso, si lascia trascinare dalla routine e dai capricci delle persone intorno a lei. I dettagli è stato un best seller in Svezia e se da una parte c’è molto sapore locale nelle descrizioni dei caffè e dei locali di Stoccolma, dall’altra il racconto puntuale delle relazioni tra persone giovani, ricostruito come un lungo sogno febbrile, dà a questo romanzo breve ed efficace un respiro davvero universale.
Christian House, Financial Times
La dozzina di racconti nel nuovo libro della scrittrice sinocanadese Kim Fu mostra affinità con diversi generi: l’horror, la fantascienza e il fantasy. Con voce esperta e ironica Kim Fu racconta eventi bizzarri e realtà distopiche. Sono storie che ci accompagnano in modo provocatorio ma anche divertente, in disturbanti descrizioni del matrimonio, dell’infanzia, del dolore e dello spirito dei tempi bui in cui viviamo. Il primo racconto, sotto forma di dialogo, riporta il colloquio di un operatore di un simulatore olografico con un cliente che vorrebbe parlare con un genitore defunto. In un altro una ragazzina di nome Liddy si ritrova dei segni orrendi sulle caviglie che i suoi amici prendono per sintomi della tigna, prima di appassionarsi al “nuovo mondo nascosto” delle strane mutazioni di Liddy, finché la sua metamorfosi non sarà completa. Spesso molto tormentati, i personaggi di Fu sono sempre in grado di trovare surreali soluzioni ai loro problemi. Per esempio la protagonista di un altro racconto è l’impiegata di una piattaforma di shopping online che per sfuggire a un fidanzato violento e manipolatore subaffitta una casa isolata e scopre di poter usare a proprio vantaggio un’invasione di insetti. I “mostri” di Kim Fu sono intelligenti, pieni di risorse e possono offrire un balsamo alle ansie di questi tempi postpandemici. La sua notevole raccolta di racconti ci ricorda che il mondo in cui viviamo potrebbe essere molto peggiore.
Brett J. Grubisic, The Toronto Star
Martina non riesce a capire alcune regole della sua nuova famiglia. Perché non si può leggere o chiacchierare nelle camere da letto? Perché il padre è rimasto così sconvolto a vedere il suo diario chiuso con un lucchetto? “Qui non ci sono segreti!”, le ha detto. E se è un avvocato così importante come dice perché passa i pomeriggi a casa? Perché non hanno una televisione a colori come tutti gli altri? E soprattutto perché non possono uscire a giocare in strada con gli altri bambini? Martina, la nipote undicenne appena adottata, ha l’intuizione che tutti in quella casa stiano fingendo. Dal figlio maggiore Damián Junior, fino a Rosa e al piccolo Aquilino. Anche la mamma, che accetta tutte le regole e nasconde i suoi veri desideri, e ovviamente il papà. La famiglia mostra le migliori caratteristiche della narrativa di Sara Mesa, che esplora in modo intelligente i silenzi e le zone grigie dei suoi personaggi. La vita dentro la casa è scandita da regole ed è piena di cose non dette. E anche se nessuno alza mai la voce la violenza si avverte in ogni dettaglio della routine quotidiana. La famiglia è un romanzo corale ma può essere letto anche come una saga che si cristallizza in scene brevi e significative. Al centro della storia, che va avanti e indietro nel tempo, c’è la tensione tra amore e danno: la presunta ricerca del bene da parte dei genitori può anche ferire profondamente i figli. È un romanzo che illumina gli angoli più oscuri dell’immagine idealizzata della casa e della famiglia che, secondo l’autrice, “riproduce meccanismi di controllo e potere presenti nel resto della società”.
Andrés Gómez, La Tercera
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