Cultura, numero 1419
Nel 1981 Alice Coltrane cantò per la prima volta su disco la gloria di dio. Aveva già vissuto diverse vite musicali: organista in chiesa, pianista bebop, visionaria del jazz cosmico e intrepida compositrice sperimentale. Ma all’epoca era direttrice spirituale del suo centro interreligioso vedico nella California del sud. Il suo risveglio spirituale era cominciato nel 1967 grazie all’incontro con il guru Swami Satchidananda, dopo la morte del marito John Coltrane. Turiya sings è il primo disco che Alice Coltrane realizzò completamente da sola dopo aver abbandonato l’industria musicale. L’artista registrò questi incredibili adattamenti di canti sacri indù su cassetta con l’idea di suonarli solo all’interno del suo centro. In questa musica sobria ma allo stesso tempo grandiosa si ripercorre tutto il passato di Coltrane, il suo viaggio dal gospel al jazz e il suo amore per la musica classica europea. Già solo ascoltare Turiya sings è un atto di espansione spirituale, ma il vero modo per comprenderlo è unirsi con la propria voce al suo canto. Jenn Pelly, Pitchfork

Questa integrale dei concerti per piano di Beethoven era prevista come una serie di serate a Londra per celebrare il 250° anniversario della nascita del compositore. Si è salvata dalla pandemia diventando una registrazione, realizzata durante il lockdown nella sala prove della London Symphony Orchestra con i musicisti a distanza di sicurezza. Zimerman aveva già immortalato questi lavori su disco, gli ultimi tre nel 1989 con la direzione di Leonard Bernstein: una lettura elegante ma un po’ troppo fredda. Questa nuova interpretazione, con Simon Rattle alla guida dell’orchestra, suona invece molto spontanea. I concerti si sviluppano in un orizzonte di grande ampiezza tonale ed emotiva. Come sempre il direttore britannico cerca un suono molto ricco, mentre il pianista contribuisce al risultato anche usando diverse tastiere per assecondare il carattere di ogni lavoro. Rattle è particolarmente efficace nei momenti di umorismo haydniano e Zimerman è sfavillante di precisione. Il senso di scoperta dell’ascoltatore in questi popolarissimi concerti è costante. Richard Fairman, Financial Times