Il 9 settembre un giornalista di Fox News ha chiesto a Nikki Haley, politica del Partito repubblicano, perché Donald Trump stesse faticando a conquistare i voti delle elettrici. “Trump e J.D. Vance, il candidato alla vicepresidenza, devono cambiare il modo in cui parlano delle donne”, ha risposto. “Quando dai della stupida a una donna democratica, anche le donne repubblicane si risentono”.

Trump non ha seguito il suo consiglio. Il giorno dopo, durante il dibattito in tv tra i candidati, ha detto che Kamala Harris si comporta in modo “stupido” e l’ha incolpata di non essere riuscita a negoziare la pace tra Russia e Ucraina (la vicepresidente non ha mai partecipato alle trattative). Trump ha anche dato risposte confuse sull’aborto, un tema importante per le donne e che sta mettendo in difficoltà i repubblicani, arrivando a sostenere che i democratici sono favorevoli a uccidere i bambini una volta nati.

Subito dopo il dibattito Taylor Swift, la più popolare cantante statunitense, ha peggiorato ulteriormente la posizione di Trump rispetto all’elettorato femminile annunciando su Instagram che avrebbe votato per Harris. Nel post si firmava “Childless cat lady”, un insulto che Vance aveva usato contro le donne che non hanno figli.

Quella serata ha dimostrato una volta di più che il genere è la principale linea di frattura di questa campagna elettorale. E non perché Harris stia rivendicando di poter diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti. La candidata ha sempre evitato qualsiasi dichiarazione sull’importanza di superare le barriere di genere. Sono stati Trump e Vance a fare in modo che questo tema finisse al centro della campagna.

Invece di prendere quella che sembrerebbe la strada più sicura, cioè trattare Harris con rispetto, esprimere un minimo di sostegno all’uguaglianza e orientarsi verso una chiara via di mezzo sull’aborto, si sono fatti notare per una serie di insulti contro Harris che potrebbero essere rimasti impressi nella memoria di molte elettrici. Trump è sceso così in basso da lanciare contro l’avversaria l’attacco più vecchio del mondo, condividendo sui social network un post in cui sosteneva che Harris aveva usato il sesso per fare carriera. Poi ha cominciato a definirla “mentalmente instabile”.

I repubblicani hanno anche puntato molto sulla mascolinità. Alla convention del partito l’ex wrestler Hulk Hogan è salito sul palco e si è strappato la maglietta con le mani. Trump ha concesso interviste a influencer maschilisti come i Nelk Boys, un gruppo di youtuber che ha girato un video in cui guarda in televisione Harris parlare alla convention nazionale democratica e uno di loro la colpisce in faccia sullo schermo con una mazza.

Harris e il suo candidato alla vicepresidenza, il governatore del Minnesota Tim Walz, incarnano il potere femminile. È difficile per le donne mostrare forza senza apparire dominanti. Lei ha cercato di trovare un equilibrio mettendo sempre in evidenza la sua esperienza come procuratrice e rispondendo serenamente agli attacchi. Trump e Vance trattano questo potere femminile come una minaccia.

La distanza tra uomini e donne nel modo di vedere la politica è cresciuta costantemente dalle elezioni presidenziali del 2000, e quest’anno è ulteriormente aumentata dopo che Harris ha preso il posto del presidente Joe Biden come candidata democratica. Secondo un sondaggio condotto a settembre dal New York Times tra le probabili elettrici della Pennsylvania, le donne preferiscono Harris a Trump con un margine di 14 punti percentuali (55 a 41), mentre Trump è nettamente in vantaggio tra gli uomini (52 a 39).

Come nel 2020, anche quest’anno potrebbe essere decisivo il voto delle elettrici, soprattutto quelle repubblicane e indipendenti che hanno un’istruzione universitaria e vivono nei quartieri residenziali degli stati decisivi. “Il divario di genere potrebbe avere un grande peso”, afferma Jennifer Lawless, docente di scienze politiche all’università della Virginia. “I democratici vincono quando lo sfruttano, e i repubblicani vincono quando lo minimizzano”.

Trump ha fatto capire cosa pensa del divario di genere la scorsa estate. Biden era ancora in corsa e lui era nettamente avanti nei sondaggi, anche grazie all’insolito sostegno degli elettori afroamericani e di origine latinoamericana, in particolare maschi giovani. Secondo un articolo del 10 luglio pubblicato dall’Atlantic, Susie Wiles e Chris LaCivita, i principali consulenti della campagna di Trump, erano convinti che la crescita tra i giovani delle minoranze avrebbe compensato la perdita di sostegno tra le donne benestanti.

Meno di una settimana dopo Trump ha scelto come candidato alla vicepresidenza il senatore J.D. Vance, che ha iniettato nella campagna dei repubblicani un’enorme dose di antifemminismo. All’inizio dell’anno aveva detto di essere “vicino a molte bizzarre sottoculture di destra”. Sottoculture che promuovono l’immagine delle trad wives (mogli tradizionali), cioè donne che stanno a casa per occuparsi dei mariti e dei figli, e attaccano quelle senza figli, che per conto dalla sinistra “fanno il lavaggio del cervello alle menti dei nostri figli”, come ha dichiarato Vance a un’associazione cristiana nel 2021. Quando ha definito Harris una gattara senza figli, ha aggiunto che le donne democratiche insoddisfatte “della loro vita e delle scelte che hanno fatto vogliono rendere infelice il resto del paese”.

Dopo Sarah Palin

Questa retorica è accompagnata da posizioni politiche che colpiscono duramente le donne: Vance è contro l’aborto anche in caso di stupro e incesto e vorrebbe introdurre un divieto nazionale dopo la quindicesima settimana, con poche eccezioni.

Quando Harris è diventata la candidata democratica, la decisione di Trump di puntare soprattutto sul sostegno dei maschi è sembrata rischiosa. Con una passione e un’abilità che Biden non ha mai avuto su questo tema, Harris ha denunciato la perdita del diritto all’aborto causata dai giudici della corte suprema, in buona parte nominati da Trump. L’ex presidente ha fatto fatica a rispondere, mentre Harris diventava una star sui social network grazie ai meme gioiosi e decisamente femminili sui suoi passi di danza, le sue risate e la sua cucina. Nella sua biografia su X, la candidata si definisce moglie, seconda madre dei figli di suo marito e zia. “Negli anni novanta e perfino nei duemila, le candidate non parlavano mai della loro famiglia perché si pensava che non potessero essere al tempo stesso politiche di successo e brave madri e mogli”, dice Lawless. “Le cose sono cambiate quando Sarah Palin si è candidata alla vicepresidenza per i repubblicani nel 2008. Palin rifiutò quello stereotipo, pur essendo una conservatrice”.

Trump ha continuato ad attaccare Harris per la sua identità. A luglio l’ha definita “stupida come un sasso”, “pazza” e una persona che ride troppo. Durante un evento organizzato dall’associazione dei giornalisti afroamericani, ha messo in dubbio che sia effettivamente nera. Harris si è rifiutata di replicare. “È meraviglioso che lei non si sia messa sulla difensiva”, dice Loretta Ross, docente di studi di genere dello Smith College e fondatrice del gruppo per la giustizia riproduttiva SisterSong. “Trump è abituato a irritare le persone con commenti razzisti e misogini. Lei l’ha preso in contropiede”.

Sfumature elettorali
Il sostegno ai candidati in diversi gruppi di elettori, percentuale (Fonte: pew research center)

Secondo Ross anche Walz contribuisce a mettere in difficoltà Trump, dimostrando che un uomo può sentirsi a proprio agio a lavorare per una donna. “Sta mostrando una mascolinità tonica piuttosto che tossica”. Walz è un veterano della guardia nazionale, allenatore di football alle scuole superiori e ha contribuito a creare un’alleanza tra gay ed eterosessuali a sostegno della candidata democratica.

Harris e Walz sono in grande vantaggio nei sondaggi tra le giovani donne, molto più di Trump e Vance tra i giovani uomini. Questo dato fa pensare che il crescente divario di genere tra i partiti potrebbe durare a lungo. E secondo Lawless il fatto che Harris abbia raccolto più soldi per la campagna elettorale di qualsiasi altro candidato nella storia smentisce l’idea che gli elettori e i donatori siano poco propensi a sostenere una donna.

Tuttavia, queste dinamiche di genere aiutano Trump a compattare la sua base elettorale. Negli stati in bilico è in netto vantaggio su Harris – tra i 27 e i 44 punti percentuali – tra gli elettori bianchi senza un’istruzione universitaria. Non c’è da meravigliarsi se i numeri di Trump sono più alti tra gli uomini della classe operaia. A giugno il Pew research center ha chiesto a un gruppo di uomini se secondo loro i progressi delle donne sono avvenuti a spese degli uomini: il 40 per cento di quelli tra i 18 e i 49 anni che sostengono Trump ha risposto di sì, rispetto al 17 per cento degli intervistati in generale. Quegli uomini dicono anche di sentirsi sminuiti e lasciati indietro.

Sogno femminista

È vero che gli uomini stanno perdendo terreno in termini assoluti e rispetto alle donne. Secondo Arlie Hochschild, una sociologa che di recente ha scritto un libro in cui analizza i motivi del consenso di Trump, negli ultimi trent’anni i bianchi senza una laurea hanno vissuto un declino della salute e del reddito rispetto ai bianchi con una laurea triennale e ai neri.

“Il fascino che esercita sulle persone in difficoltà funziona anche con le donne”, dice Hochschild. “Harris ha fatto tante cose giuste, ma sta sottovalutando la paura dei bianchi e della classe operaia. Vorrei che nei suoi discorsi facesse appello agli uomini e alle donne che sono legate a quegli uomini”. Secondo la società di sondaggi Blueprint, la maggior parte delle donne senza un’istruzione universitaria è favorevole all’aborto e su questo tema si fida più di Harris che di Trump. “Nel complesso, le donne non laureate dei sette stati in bilico sono moderate”, ha affermato Blueprint a settembre, “disprezzano Trump e vorrebbero saperne di più su Harris”.Tuttavia, queste donne potrebbero finire per schierarsi con Trump perché sono preoccupate per la situazione economica, e a causa della loro identità di classe. È successo anche nella campagna elettorale del 2016, quando Trump sfidava Hillary Clinton e ha dovuto affrontare una serie di accuse di violenza sessuale. Clinton prese più voti di Trump ma al livello nazionale una vasta maggioranza di donne repubblicane di ogni classe sociale, insieme a una quota considerevole di indipendenti, si schierò dalla parte di Trump, regalandogli la Casa Bianca.

Alla fine è impossibile sapere se il genere inciderà sul voto più di altre questioni culturali. Nei sondaggi i divari legati all’etnia e all’appartenenza di classe sono perfino più ampi. Trump e Vance sono riusciti a spostare l’attenzione sull’immigrazione, attraverso campagne come quella contro gli immigrati haitiani di Springfield, in Ohio, con l’obiettivo di dividere le persone in base alla razza e alla classe. Per gli elettori le questioni economiche hanno senza dubbio una priorità più alta rispetto all’aborto. Ma il fatto che Harris sia riuscita a rimettere in discussione un’elezione che sembrava persa, insieme all’apparente inefficacia degli attacchi sessisti che le vengono rivolti, potrebbe cambiare radicalmente la visione del paese su ciò che è possibile, indipendentemente da chi vince. “Si è verificato un cambiamento importante nel contesto politico”, dice Lawless. “Questa volta non stiamo sentendo i soliti discorsi sul fatto che gli Stati Uniti siano o meno pronti a eleggere una donna o una donna nera. Questo tema esiste, ma non è centrale”.

La risposta alla retorica repubblicana sul genere fa pensare che la normalità sia cambiata. Trump è stato preso in giro durante un comizio in Pennsylvania quando ha cercato di rassicurare le donne sull’aborto dicendo “sono il vostro protettore” e affermando che una volta eletto “non dovrete più pensare all’aborto”.

Susan Faludi, una giornalista che si occupa di questioni di genere da più di trent’anni, pensa che le vittorie del femminismo siano ancora più importanti proprio perché sono minimizzate. “Penso che Harris stia facendo qualcosa di molto più importante che giocare la carta dell’appartenenza di genere”, dice Faludi. “Se consideriamo i punti principali della sua piattaforma, sono tutti quelli che un tempo chiamavamo problemi delle donne: l’assistenza sanitaria riproduttiva, l’assistenza medica, l’assistenza all’infanzia, l’assistenza agli anziani. È già un risultato che adesso siano considerati temi fondamentali per la società e per la vita economica americana. Questo era l’obiettivo del movimento delle donne: cambiare la società immaginando come sarebbe il mondo se le donne fossero trattate come cittadine a pieno titolo”.

Faludi vede anche qualcos’altro sotto la superficie della sfida tra un uomo e una donna con personalità opposte. Harris è la candidata dell’ordine e Trump è il candidato del “caos dionisiaco”, dice. “In questa gara la stabilità sembra essere codificata al femminile e il desiderio di distruzione al maschile”. È una sorprendente inversione della solita dicotomia tra conservatori e liberali. Ma questa è un’elezione che ha capovolto tante cose. ◆ bt

Emily Bazelon è una giornalista. Segue la politica per il New York Times Magazine. Il suo ultimo libro è Charged: the new movement to transform american prosecution and end mass incarceration (Random House 2019).

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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 42. Compra questo numero | Abbonati