L’influenza di Elon Musk sul governo degli Stati Uniti è enorme ed enormemente redditizia. La sua azienda aerospaziale SpaceX stabilisce di fatto il programma dei lanci della Nasa, l’agenzia del governo per l’esplorazione dello spazio. Il dipartimento della difesa dipende dal miliardario per mandare in orbita gran parte dei satelliti. Nel 2023 diciassette agenzie federali hanno promesso in totale tre miliardi di dollari alle aziende di Musk, attraverso più di cento contratti. I rapporti tra l’imprenditore e le autorità di controllo federali sono intensi e spesso conflittuali. Di recente le sue aziende sono state coinvolte in almeno venti indagini e controlli che hanno riguardato anche la sicurezza delle auto Tesla e i danni ambientali provocati dai razzi della SpaceX.
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Data la sua presenza ingombrante nel mondo degli affari, Musk avrà sicuramente un’influenza di rilievo sull’amministrazione di Donald Trump. In campagna elettorale, ha usato il suo peso economico e mediatico per sostenere il candidato repubblicano, che in cambio gli ha promesso di metterlo a capo di una “commissione per l’efficienza del governo” con il potere di suggerire tagli al bilancio delle agenzie federali e nuove regole. Un incarico simile darebbe all’uomo più ricco del mondo, che è anche uno dei principali beneficiari degli appalti del governo, il potere di “controllare i controllori” delle sue aziende. Un conflitto d’interessi enorme.
Attraverso la revisione di documenti processuali, registri burocratici e dati sugli appalti, il New York Times ha ricostruito la complessa rete dei rapporti tra Musk e il governo degli Stati Uniti, comprese le violazioni, le multe, i patteggiamenti e le altre indagini condotte dalle agenzie federali sulle sue aziende. Questi documenti rivelano una vasta rete di connessioni. Se Musk avrà il ruolo proposto da Trump, non potrà essere un osservatore neutrale, perché dovrebbe dare giudizi sui propri clienti e soprattutto sulle autorità incaricate di controllare le sue attività.
Il miliardario ha già detto come potrebbe favorire le sue aziende. Ha criticato una norma che impone alla SpaceX di ottenere un permesso per smaltire grandi quantità di acqua potenzialmente contaminata dalla piattaforma di lancio in Texas. Inoltre, ha dichiarato che una riduzione dei vincoli permetterebbe alla SpaceX di raggiungere Marte più rapidamente, “sempre che la burocrazia non soffochi ogni cosa”, ha scritto su X, il social network di sua proprietà. “Creare un dipartimento per l’efficienza governativa è l’unico modo per estendere la vita oltre la Terra”.
A ottobre Musk ha attaccato la commissione per le comunicazioni federali, incaricata di gestire i satelliti internet lanciati in orbita dalla SpaceX. Dopo il passaggio di un uragano che ha devastato il North Carolina, Musk ha insinuato che i kit satellitari avrebbero potuto “salvare molte vite umane” se la commissione non avesse “revocato illecitamente” più di 886 milioni di dollari di fondi federali chiesti dall’azienda per fornire l’accesso a internet nelle zone rurali. Un portavoce della commissione ha chiarito che i fondi sono stati bloccati perché la SpaceX voleva usarli per la copertura satellitare in posti chiaramente non rurali, come l’aeroporto internazionale di Newark-Liberty, nel New Jersey.
Musk e la SpaceX non hanno risposto alla richiesta di un commento per quest’articolo. Brian Hughes, il portavoce di Donald Trump, non ha voluto rispondere direttamente alle domande sul conflitto d’interessi che potrebbe nascere dal nuovo ruolo del miliardario.
“Elon Musk è un genio, un innovatore. Ha letteralmente scritto la storia costruendo sistemi creativi, moderni ed efficaci”, ha sottolineato Hughes in un comunicato.
Tagliare le spese
I legami tra Musk e il governo di Washington sono profondi. Diverse agenzie federali dipendono sempre di più dai suoi veicoli, dai suoi razzi, dai suoi satelliti e da altri servizi offerti dalle sue aziende.
I dati sui contratti federali rivelano che la presenza di Musk nelle attività del governo statunitense è tentacolare: la SpaceX ha avuto l’incarico di progettare, costruire e sperimentare un sistema di atterraggio nello spazio per gli astronauti. Ha venduto la copertura satellitare Starlink all’ambasciata statunitense Ashgabat, in Turkmenistan, garantendo ai funzionari americani un accesso libero a internet in un paese dove la censura online è severa.
La Tesla ha consegnato un veicolo tattico all’ambasciata statunitense in Islanda. Il servizio forestale ha usato i satelliti Starlink per mettere in contatto tra loro i soccorritori che operavano nelle aree remote della California colpite dagli incendi boschivi.
La commissione per l’efficienza governativa è un’idea di Musk. In una sua intervista a Trump pubblicata ad agosto su X, il miliardario ne ha parlato in tre occasioni, tornando sull’argomento quando il repubblicano divagava.
La lista di conflitti tra le aziende di Musk e le agenzie federali è abbastanza lunga
“Penso che sarebbe davvero fantastico avere una commissione per l’efficienza del governo che possa occuparsi di questi problemi e assicurarsi che i soldi dei contribuenti – guadagnati con grande fatica – siano spesi nel modo giusto”, ha precisato Musk dopo aver ribadito la proposta per la terza volta. “Sarei molto felice di dare il mio contributo per questa commissione”, ha aggiunto.
“Sarebbe ideale”, ha risposto alla fine Trump. “D’altronde tu sei bravissimo a tagliare le spese”.
Maya MacGuineas, presidente del comitato apartitico per un bilancio federale responsabile, ha elogiato l’idea di una commissione per l’efficienza, convinta che l’esperienza di Musk nell’imprenditoria sia un’ottima base. Ma ha detto che in un’agenzia di questo tipo il potere formale del miliardario sarebbe probabilmente limitato. I presidenti del passato, a cominciare da Theodore Roosevelt, hanno cercato di usare i comitati formati da imprenditori per ripensare l’attività del governo. Per diventare legge le proposte di questi comitati devono essere approvate dal congresso. E di solito, ha detto MacGuineas, non succede.
Ma un suggerimento di Musk potrebbe bastare a danneggiare un’agenzia se la indicasse a Trump come un esempio di spreco o cattiva gestione.
Secondo gli esperti di diritto che hanno studiato le regole etiche federali e i precedenti dell’attività di consulenza degli imprenditori, le interazioni di Musk con il governo federale sono così ampie che non potrebbe collaborare con Trump senza creare gravi conflitti d’interesse. Musk “ha avuto rapporti discussi e conflittuali con gli enti di controllo”, sottolinea Kathleen Clark, un’avvocata esperta di etica che ha lavorato come consulente per il procuratore generale del distretto di Columbia, a Washington. “È ragionevole credere che porterebbe in questa verifica federale i suoi pregiudizi, le sue rivendicazioni e i suoi interessi finanziari”.
Burocrazia
Musk e le sue aziende mettono spesso in discussione i regolamenti federali, soprattutto quando questi minacciano di rallentare i piani di espansione delle sue operazioni. Un esempio è arrivato a ottobre con il test di lancio dello Starship, l’ultimo razzo della SpaceX. La Nasa ha accettato di versare all’azienda di Musk fino a 4,4 miliardi di dollari per il trasporto di astronauti sulla superficie della Luna in due missioni future, anche se le date dipendono dal tempo che servirà per preparare le attrezzature. Finora nessun essere umano ha viaggiato a bordo dello Starship.
La Federal aviation administration (Faa), l’agenzia del ministero dei trasporti che sovrintende su ogni aspetto dell’aviazione civile, ha bloccato per settimane l’ultimo test di lancio a causa dei presunti danni provocati dalla SpaceX alla fauna vicino alla base in Texas. Musk è andato su tutte le furie per il ritardo: “Continuiamo a essere intrappolati in una realtà in cui progettare e costruire un razzo è più semplice che smaltire la burocrazia governativa e ottenere un’autorizzazione per un lancio”, si legge in un comunicato diffuso dalla SpaceX.
A settembre la Faa ha avviato un procedimento per imporre all’azienda una multa di 633mila dollari per aver ignorato i requisiti previsti dalle licenze in occasione di due lanci avvenuti in Florida nel 2023. Secondo l’agenzia, questa negligenza potrebbe aver compromesso la sicurezza delle operazioni.
Per la Faa è stato un cambio di orientamento. In passato, quando la SpaceX aveva ignorato le sue direttive, l’agenzia non aveva imposto sanzioni economiche. A settembre Marc Nichols, consulente capo della Faa, aveva dichiarato che “il mancato rispetto delle norme di sicurezza” avrebbe comportato “conseguenze concrete”. Musk ha risposto su X: “La SpaceX farà causa alla Faa per abuso della sua posizione”. L’azienda del miliardario ha inviato al congresso una lettera per attaccare l’agenzia, sostenendo che non ha “modernizzato e semplificato le sue regole”.
La lista di conflitti tra le aziende di
Musk e le agenzie federali è abbastanza lunga.
La National highway traffic safety administration, l’agenzia che si occupa della sicurezza stradale, ha avviato cinque indagini sulla Tesla per casi di frenate impreviste, perdita di controllo dello sterzo e collisioni quando i veicoli erano in modalità “pilota automatico”.
La Tesla ha cercato di bloccare almeno due sentenze del National labor relations board, l’agenzia governativa incaricata di far rispettare il diritto del lavoro in materia di contratti collettivi e concorrenza sleale, compresa una che punisce Musk per aver twittato che i dipendenti dell’azienda avrebbero perso le stock options (la possibilità di acquistare a prezzo agevolato le azioni dell’azienda), se si fossero sindacalizzati.
La Neuralink, l’azienda di neurotecnologie di Musk, è stata multata per aver violato le regole del dipartimento dei trasporti sui materiali pericolosi. Il dipartimento di giustizia ha avviato una causa contro la SpaceX perché si sarebbe rifiutata di assumere rifugiati e persone a cui è stato riconosciuto il diritto d’asilo. Negli ultimi anni Musk ha attaccato in particolare la Securities and exchange commission, l’ente federale che controlla la borsa valori (Sec), che nel 2018 lo aveva formalmente accusato di aver manipolato illegalmente il mercato azionario attraverso alcuni tweet fuorvianti con cui aveva comunicato di voler rilevare tutte le azioni della Tesla. Musk aveva annunciato che avrebbe portato le azioni a 420 dollari ciascuna e che aveva “i fondi necessari” per la transazione. In un patteggiamento con la Sec, Musk si è dimesso dalla carica di presidente dell’azienda, mentre la Tesla ha pagato venti milioni di dollari di multa.
In una conferenza Ted del 2022 Musk ha definito i regolatori “bastardi”.
Anche senza avere un ruolo formale nel governo statunitense, Musk ha chiesto in più occasioni un impegno per eliminare o indebolire le regole federali e tagliare la spesa pubblica. “Con Trump avremo l’opportunità di realizzare una deregolamentazione senza precedenti e di limitare il ruolo del governo”, ha detto a ottobre a Los Angeles.
Se diventerà un consulente di alto livello nell’amministrazione Trump, gli enti regolatori dovrebbero preoccuparsi delle conseguenze sul loro bilancio di qualsiasi iniziativa contro le aziende del miliardario, anche se Musk non attaccherà direttamente quelle agenzie, sottolinea l’avvocata Clark.
Il governo federale ha alcune regole per prevenire conflitti simili. Oggi ci sono 1.019 comitati di consulenza con più di 60mila dipendenti. Esprimono pareri su molte questioni, dall’uso dei pesticidi alla cura dei cavalli selvatici sul territorio nazionale. Ma ciascun comitato ha una giurisdizione molto limitata rispetto a quella che avrebbe la commissione nazionale per l’efficienza guidata da Musk. Una legge prevede che i dipendenti del governo federale e i consulenti esterni che in alcuni casi sono considerati “dipendenti speciali del governo” non possono “partecipare personalmente e in modo sostanziale a qualsiasi attività coinvolga i loro interessi finanziari e quelli del consorte, di un figlio minorenne, di un partner o di un’organizzazione di cui sono funzionari”.
Eppure questi meccanismi di sicurezza non hanno impedito che si presentassero problemi con i collaboratori esterni, anche in situazioni meno intricate di quella di Musk. Vari studi indicano che i consulenti dell’industria farmaceutica quando hanno collaborato con la Food and drug administration, l’agenzia che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, hanno presentato spesso pareri favorevoli ai loro interessi aziendali. Lo stesso hanno fatto i produttori di armi che hanno offerto consulenza al Pentagono.
Musk ha accennato in particolare a un intervento del governo che gli piacerebbe: la cancellazione del contratto tra la Nasa e la Boeing (principale rivale della SpaceX) per lo sviluppo delle capsule Starliner.
“Il mondo non ha bisogno di un’altra capsula”, ha scritto il miliardario all’inizio dell’anno riferendosi ai ritardi del sistema messo a punto dalla Boeing. A ottobre la capsula Starliner è rientrata vuota sulla Terra a causa di alcuni problemi tecnici durante il suo primo volo di prova umano (Musk non ha fornito dettagli sulla possibilità che la vicenda sia esaminata dall’ipotetica commissione per l’efficienza).
In passato Trump è già stato accusato di aver creato conflitti d’interessi affidando attività di consulenza ad alcuni imprenditori. È successo con Carl Icahn, un miliardario e investitore nominato nel 2017 consigliere speciale per le questioni normative, anche se stava facendo pressione sulle agenzie di controllo federali per cambiare una norma che poteva far risparmiare centinaia di milioni di dollari a una raffineria del Texas di cui possedeva una quota. A causa delle critiche ricevute Icahn si era dimesso dall’incarico (non retribuito) pochi mesi dopo essere stato nominato.
Secondo Richard Briffault, che insegna diritto alla Columbia university, la presenza di Musk nell’amministrazione Trump potrebbe avere anche un risvolto positivo, perché costringerebbe il miliardario a rivelare alcuni dettagli sui suoi scambi con il presidente. “Davvero un incarico pubblico sarebbe uno scenario peggiore di quello in cui Musk chiama la Casa Bianca e dice: ‘Quest’agenzia mi sta dando fastidio, la fate smettere?’”, si è chiesto Briffault. “È una domanda ancora aperta”.◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1589 di Internazionale, a pagina 44. Compra questo numero | Abbonati