Un gioiello raro di freschezza, fantasia e levità dall’equilibrio sottile, sul quale pesa, tuttavia, che il lavoro grafico di Settimo sia un po’ troppo debitore dello stile di uno dei più talentuosi e originali artisti del fumetto italiano espressi dalle nuove generazioni, anche se purtroppo non ancora abbastanza noto, Marino Neri. Nondimeno, compensano questa critica l’invenzione, sia grafica sia nell’architettura delle tavole, e il notevole senso della composizione, profondamente ispirato in ogni immagine e fin dalla straordinaria copertina, il tutto immesso in un volume di grande formato che consente la giusta respirazione all’insieme. Tota, altro autore di primo piano delle nuove generazioni, qui solo sceneggiatore ma in simbiosi con Settimo, fonde il racconto incompiuto di Arthur Schnitzler con l’onirico Doppio sogno dello stesso Schnitzler (da cui Kubrick trasse Eyes wide shut). Così, pur aprendosi come romanzo storico ambientato nell’Italia del 1520, ne viene fuori una sorta di trasfigurazione surreale e poetica del racconto picaresco, tra Calvino e Borges, ma chiaramente connotata dall’interrogazione esistenziale sul senso della vita. Siamo predestinati da un disegno invisibile o realmente liberi? Alle donne spetterà il compito di spezzare il cerchio dopo tante insensate prodezze compiute da uomini, giovani e vecchi. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1590 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati