
Sottotitolato The ultimate history, è nelle librerie di tutto il mondo il nuovo cartonato gigante della Taschen, dedicato a Paperino. Con questi volumi lussuosi che contengono una quantità di materiali estremamente eclettica e dall’altissima qualità di riproduzione, Taschen reinventa i confini tra libro d’arte e storiografico incentrandoli oltretutto su personaggi del cinema o del fumetto popolare. Anche qui le cose si confondono: Paperino, ci ricorda la nota editoriale, “appare in più film di qualsiasi altro personaggio Disney ed è uno dei più pubblicati nei fumetti”. Nell’incrocio tra animazione e fumetto si è trascinati in un sapiente zigzag: non solo vediamo le mutazioni grafiche e caratteriali del personaggio creato nel 1934, ma ne cogliamo la simultaneità nei due linguaggi e all’interno del fumetto stesso: una foto rivela che è Floyd Gottfredson, l’autore delle strip di Topolino, a inchiostrare una delle strip di Paperino disegnate da Al Taliaferro. Fino all’avvento di Carl Barks: “l’uomo dei paperi” sconvolge tutto e godrà di un’autonomia espressiva unica all’interno della Disney. Un lungo capitolo a lui dedicato interrompe la serie di quelli che parlano di animazione, da cui proviene lo stesso Barks. Il tutto corredato da immagini e documenti di grande bellezza con cui si delinea una nuova estetica con un senso del movimento unico che, nel cinema, solo le comiche del muto sapranno emulare. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1599 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati