La Meta, azienda madre di Instagram, si è scusata dopo che qualcuno ha notato l’inserimento della parola “terrorista” nei profili di alcuni utenti del social network che si definivano palestinesi. “Un problema di traduzione automatica dall’arabo all’inglese”, è stata la giustificazione ufficiale. Ma le scuse non sono bastate a placare le polemiche: dall’inizio del conflitto in Medio Oriente l’azienda di Mark Zuckerberg è stata accusata da più parti di censurare i post a sostegno della Palestina sulle sue piattaforme. Instagram ha ammesso che un problema tecnico ha reso meno visibili le storie, ma ha negato che ciò fosse legato a uno specifico argomento.
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Questo articolo è uscito sul numero 1535 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati