I giovani non smetteranno di usare TikTok
Per Chris Mowrey, creatore di video online su temi di attualità, TikTok non è solo un’app: è uno strumento che serve a dare un senso di comunità ai ragazzi della sua generazione, spingendoli a impegnarsi politicamente. Durante la nostra intervista Mowrey ci ha tenuto a ricordare che TikTok “ha influito molto sulla partecipazione dei giovani” alle elezioni di metà mandato del 2022, soprattutto tra gli elettori progressisti che in passato si erano sentiti isolati perché vivevano in posti politicamente dominati dai repubblicani. “Attraverso quei brevi video puoi entrare in contatto con persone che dicono ‘Non è inutile, questo è il luogo in cui vivo’, o ‘Sono d’accordo con te’. A quel punto pensi che puoi darti da fare per cambiare le cose. E quindi decidi di andare a votare”.
Mowrey, che ha 21 anni e studia alla Kennesaw state university, in Georgia, è uno dei tanti giovani utenti diventati popolari su TikTok. Dal settembre 2022 ha accumulato più di 61mila follower. Fa video brevi in cui, con tono schietto, attacca i repubblicani o difende le politiche di sinistra. Si rivolge direttamente alla telecamera dal bagno di casa o dalla sua automobile. I video danno l’impressione di una conversazione con un amico appassionato e politicamente consapevole che incoraggia gli altri a fare come lui e a interessarsi dei problemi del mondo.
Ma ora Mowrey rischia di perdere il suo spazio, insieme ad altre decine di milioni di utenti di TikTok. Il congresso e l’amministrazione Biden, infatti, stanno valutando la possibilità di vietare l’app negli Stati Uniti a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza nazionale. Se il governo dovesse decidere di bloccarla, c’è il rischio che i giovani si allontanino dalla politica poco prima delle presidenziali del 2024.
I timori per la sicurezza non sono infondati. Visto che TikTok è controllata dall’azienda cinese ByteDance, Biden e molti parlamentari hanno paura che i dati degli utenti possano essere condivisi con il governo cinese. L’Fbi e il dipartimento di giustizia starebbero indagando per capire se la ByteDance usa TikTok per spiare cittadini statunitensi, tra cui molti giornalisti. Non aiuta l’app il fatto che spesso è anche una fonte di disinformazione.
Ma TikTok è sempre più popolare negli Stati Uniti. Secondo la Nbc News, gli utenti nel paese sono 150 milioni, di cui circa 138 milioni in età per votare. Un recente sondaggio di Quinnipiac ha rilevato che il 49 per cento degli statunitensi è favorevole a bloccarla, ma il 63 per cento di quelli tra i 18 e i 34 anni è contrario.
L’app della ByteDance non è l’unica ad aver diffuso notizie false sulla politica, e non è l’unica a gestire i dati in modo poco trasparente (anche se in questo caso il governo statunitense si preoccupa soprattutto della possibilità che i dati siano usati dal governo cinese). Annie Wu Henry, che ha gestito il canale del senatore democratico John Fetterman, è convinta che i ragazzi della generazione z (i nati dopo il 1997) potrebbero sentirsi presi di mira se l’applicazione fosse vietata. “Tutti i social network hanno dei difetti, ma TikTok è quello che ha dato una voce alle persone più giovani”. Henry pensa anche che i politici di destra potrebbero imparare qualcosa guardando come i candidati democratici hanno usato TikTok per mettersi in contatto con le nuove generazioni. “Penso che i ragazzi di sinistra abbiano sfruttato il potere di mobilitazione online molto più di quelli di destra”.
◆ Il 23 marzo 2023 Shou Zi Chew, l’amministratore delegato di TikTok, è stato ascoltato per più di quattro ore dai parlamentari statunitensi. I politici, sia repubblicani sia democratici, gli hanno fatto domande insistenti su vari argomenti, in particolare sul timore che il social network dell’azienda cinese ByteDance possa raccogliere dati sui cittadini statunitensi per conto del governo di Pechino mettendo a rischio la sicurezza nazionale statunitense. Chew ha sostenuto che la ByteDance non è di proprietà o sotto il controllo del governo cinese ma è un’azienda privata, e ha garantito di essersi impegnato per tutelare la privacy degli utenti. Alcuni rappresentanti del congresso hanno detto di non credere alle sue rassicurazioni. Buona parte dei commentatori pensa che a questo punto, visto il peggioramento dei rapporti tra Washington e Pechino, l’app potrebbe essere vietata negli Stati Uniti. Reuters
Un canale conveniente
Nelle elezioni degli ultimi anni il Partito democratico è stato avvantaggiato dalla crescita dell’affluenza tra i giovani. Nel voto di metà mandato del 2022 è stato registrato il dato più alto degli ultimi trent’anni, superato solo da quello del 2018. Alla camera la maggior parte dei giovani elettori ha preferito i democratici ai repubblicani. Tra poco l’intera fascia demografica delle persone tra i 18 e i 29 anni sarà formata dalla generazione z.
Anche se il comitato nazionale democratico aveva sconsigliato ai responsabili delle campagne elettorali di usare TikTok, uno studio pubblicato a ottobre dall’Alliance for securing democracy ha scoperto che il 34 per cento dei candidati democratici al senato, alla camera, al ruolo di governatore e di segretario di stato aveva un profilo su TikTok. Fetterman, la cui vittoria nel 2022 ha permesso ai democratici di mantenere il controllo del senato, è seguito da circa 250mila persone su TikTok e i video pubblicati dal suo profilo in campagna elettorale hanno avuto milioni di visualizzazioni. Secondo Henry, l’app offre “un bacino enorme” e permette ai creatori di contenuti di entrare in contatto con milioni di utenti senza spendere troppi soldi, oltre a garantire l’accesso a una comunità in cui agire concretamente. “Le persone possono organizzarsi e rafforzare la loro rete di contatti esattamente come fanno nella vita reale, ma in un modo diverso e con un formato diverso”.
Anche le organizzazioni politiche hanno usato TikTok per raggiungere e mobilitare gli elettori. NextGen America, un’associazione progressista fondata dal miliardario Tom Steyer per coinvolgere le nuove generazioni, ha collaborato con quasi trecento influencer su TikTok e Instagram per stimolare l’affluenza in vista delle elezioni di metà mandato del 2022. “Abbiamo notato una partecipazione maggiore rispetto a quella che si registra normalmente con un intervento sui social network o con un annuncio a pagamento. Questi influencer si sono costruiti un pubblico fedele che reagisce ai contenuti in modo organico, e quando lavoriamo con loro otteniamo risultati migliori”, spiega Cristina Tzintzún Ramirez, presidente e direttrice esecutiva di NextGen America.
I progressisti comunque non hanno il monopolio dei contenuti politici su TikTok. Ci sono anche profili di organizzazioni e di candidati repubblicani; alcuni, come Libs of TikTok, sono molto popolari. A dicembre Newt Gingrich, ex speaker repubblicano della camera, ha dichiarato che il partito avrebbe dovuto aumentare la sua presenza sull’app, pur ammettendo che un giorno sarà probabilmente vietata negli Stati Uniti. “Se vuoi parlare alla generazione z devi essere su TikTok, anche se a lungo termine potremmo essere costretti a vietarlo perché si tratta di uno strumento dei comunisti cinesi”.
Per i ragazzi e le ragazze della generazione z, TikTok è anche un motore di ricerca. Un sondaggio recente ha rilevato che il 57 per cento delle persone di questa fascia demografica lo usa come fonte di notizie. È evidente che l’app non è riuscita ad arginare la grande quantità di informazioni false che circolano sulla piattaforma, ma se fosse vietata i giovani andrebbero a cercare le notizie su altri social network. “Non ho mai conosciuto una persona di vent’anni che guarda il telegiornale o legge i siti di notizie”, spiega Mowrey. “Non penso che i ragazzi direbbero ‘vado sulla Cnn per capire cosa succede nel mondo’”.
Tzintzún Ramirez pensa invece che se TikTok fosse bloccato i ragazzi della generazione z troverebbero comunque il modo di accedere alle informazioni e mobilitarsi. “I giovani si spostano e danno vita rapidamente a nuove tendenze online. Inoltre esistono ancora grandi piattaforme come YouTube e Instagram, con cui si può raggiungere il pubblico più giovane. Penso che dovremo semplicemente concentrare le nostre risorse su queste alternative”.
Problema reale
Non è la prima volta che Washington prende di mira TikTok: nel 2020 fu il presidente Trump a cercare di bloccare l’app, e i giudici federali glielo impedirono. Negli ultimi tre anni il panorama politico è cambiato molto, e oggi i democratici sono più ostili nei confronti della Cina. La Casa Bianca ha vietato ai dipendenti delle agenzie governative di scaricare TikTok sui dispositivi che usano per lavorare, e di recente un gruppo di parlamentari repubblicani e democratici ha presentato una proposta di legge (sostenuta dall’amministrazione Biden) che consentirebbe al dipartimento per il commercio di limitare o vietare tecnologie provenienti da sei paesi, tra cui la Cina. Nel 2022 è stato presentato un disegno di legge che riguardava nello specifico TikTok, percepita come una minaccia per la sicurezza.
Il 15 marzo il Wall Street Journal ha riferito che l’amministrazione Biden sta cercando di convincere la ByteDance a vendere la sua quota in TikTok, come alternativa al blocco dell’app. Ma i dirigenti di TikTok hanno resistito alle pressioni, sottolineando che una vendita da parte della ByteDance non porterebbe alcun miglioramento per la sicurezza rispetto al piano di protezione dei dati già proposto da loro. Il 23 marzo Shou Zi Chew, amministratore delegato di TikTok, è stato interrogato per ore da una commissione del congresso di Washington.
Anche se le potenziali ripercussioni per gli utenti non sono in cima ai pensieri dei parlamentari che decideranno se vietare o meno TikTok negli Stati Uniti, Mowrey pensa che qualcuno alla Casa Bianca dovrebbe capire l’influenza dell’applicazione sui giovani elettori. “Non mi aspetto che l’amministrazione Biden dica ‘forse non dovremmo vietare un’applicazione su internet, perché i giovani ne hanno bisogno e potrebbero prendersela con noi’. Sarebbe imbarazzante. Ma spero che qualcuno a Washington stia affrontando questo aspetto del problema, perché è assolutamente reale”. ◆ as