Durante l’estate i responsabili della campagna elettorale di Donald Trump si sono convinti che il risultato sarebbe stato deciso dal voto degli uomini giovani. Invece di concentrarsi sulle donne istruite che vivono nei sobborghi delle grandi città, tradizionale bacino di voti per i repubblicani ma sempre più lontane dalle posizioni di Trump, gli strateghi del partito hanno scommesso sulla mobilitazione dei giovani elettori, compresi gli afroamericani e quelli di origine latinoamericana, il cui voto è solitamente meno prevedibile.
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Con questo obiettivo in mente, Trump ha scelto di rivolgersi a un pubblico prevalentemente maschile in contesti lontani dalla politica, come gli incontri di arti marziali miste, le corse automobilistiche e i podcast seguiti dal figlio Barron, che ha 18 anni.
La strategia sembra aver pagato. Gli statunitensi che hanno votato per la prima volta in queste elezioni sono stati meno che nel 2020; ma se quattro anni fa avevano premiato nettamente Biden, stavolta hanno preferito (di poco) Trump. “In passato pensavo che la politica non mi riguardasse, che fosse una cosa da vecchi”, confessa Austin Crawford, 35 anni, che il 5 novembre ha votato per la prima volta in una chiesa di Lee’s Summit, un sobborgo di Kansas City, in Missouri. Crawford, che ha votato anche a favore di un emendamento alla costituzione dello stato per garantire il diritto all’aborto, spiega di aver scelto Trump perché condivide le sue posizioni sull’aumento del costo della vita, la sicurezza e la politica internazionale.
Da parte sua, la vicepresidente Kamala Harris ha provato a vincere puntando sul sostegno delle donne. Adriane Smith, infermiera e coltivatrice nera di 54 anni che vive a Coralville, in Iowa, è convinta che molte abbiano votato Harris spinte dalla rabbia causata dalla legge molto restrittiva sull’aborto introdotta nello stato.
La spaccatura tra i generi è stata uno dei temi principali della campagna elettorale, al punto che il giorno delle elezioni i collaboratori di Trump hanno rivolto appelli specifici agli uomini. La sera del 5 novembre Stephen Miller, consigliere di Trump, ha scritto sui social network: “Tutti gli uomini d’America devono fare il loro dovere, andare al seggio e mettere fine all’invasione”, un riferimento all’immigrazione irregolare.
◆ Il 5 novembre 2024 negli Stati Uniti si è votato anche per rinnovare tutta la camera dei rappresentanti e un terzo del senato. I repubblicani hanno preso il controllo del senato, mentre ci vorrà qualche giorno per capire chi avrà la maggioranza alla camera.
◆ In molti stati si votava per alcuni referendum. I più importanti erano quelli sul diritto all’aborto. In Florida, in Nebraska e in South Dakota sono state bocciate delle proposte per inserire nella costituzione statale il diritto a interrompere la gravidanza fino alla ventiquattresima settimana. Proposte simili sono invece state approvate in Arizona, Colorado, Maryland, Missouri, Montana, Nevada e New York. Dopo che la corte suprema ha cancellato il diritto all’aborto a livello nazionale, nel 2022, il potere di legiferare su questo tema è passato ai singoli stati. Quelli governati dai repubblicani hanno approvato leggi che limitano molto la possibilità di interrompere la gravidanza, nella maggior parte dei casi entro la sesta settimana. Bbc, Cnn
Oltre al genere, il voto ha messo in luce differenze di voto legate al livello di istruzione: su scala nazionale il 60 per cento delle donne bianche laureate ha votato per Harris, mentre Trump ha ottenuto una netta maggioranza tra i non laureati, sia uomini sia donne. Due terzi degli uomini bianchi non laureati hanno votato per lui.
La sua vittoria è stata resa possibile in buona parte dai voti dei gruppi di elettori storicamente vicini ai democratici, come i giovani e le persone di origine latinoamericana. Al livello nazionale gli statunitensi tra i 18 e i 29 anni hanno favorito Harris con un margine del 10 per cento e gli ispanici con un margine ancora più ridotto: un calo evidente rispetto al 24 per cento e al 33 per cento che Biden aveva registrato nei due gruppi nel 2020.
Senza entusiasmo
Dopo che la corte suprema ha cancellato le tutele per l’aborto al livello nazionale, nel giugno del 2022, il Partito democratico si è rivolto con insistenza alle elettrici, convinto che la rabbia contro l’estremismo dei repubblicani sui diritti riproduttivi le avrebbe spinte in massa alle urne. Nel 2022 gli appelli alle donne permisero ai democratici di andare meglio del previsto alle elezioni di metà mandato, e in questi mesi Harris ha sperato che la stessa strategia potesse permetterle di diventare la prima presidente nella storia del paese.
La vicepresidente puntava anche a ricostruire la coalizione multietnica che nel 2008 portò Barack Obama alla Casa Bianca. Ma rispetto a Obama ha fatto fatica a conquistare i consensi degli uomini afroamericani, che si sono spostati in modo consistente verso Trump. Il comitato elettorale repubblicano ha intravisto un’opportunità per guadagnare terreno tra gli uomini neri e ispanici, facendo leva sui loro timori per la situazione economica. “Puoi votare per 90 anni e non ci sarà comunque nessuno capace di risolvere tutti i problemi”, ci ha detto Shane Burgess, un uomo di 58 anni che ha perso il lavoro in una fabbrica di automobili a Detroit e ha deciso di votare per Trump. “Forse ho sbagliato, staremo a vedere”.
Harris ha fatto molta campagna elettorale nelle aree urbane dove vivono principalmente afroamericani, come quelle di Filadelfia, in Pennsylvania, e Detroit, in Michigan. Ha incontrato gli imprenditori afroamericani e ha proposto il suo programma di “opportunità per gli uomini neri”, con cui ha promesso di portare benessere, favorire l’accesso al credito e agevolare la crescita delle imprese. Ma la mancanza di entusiasmo era evidente, tanto che alcuni democratici hanno ammesso che in passato il partito ha trascurato gli uomini neri e non ha mantenuto tutti gli impegni presi.
Alcune dichiarazioni di Trump hanno offeso gli afroamericani, come quando ha accusato gli immigrati di “accaparrarsi i lavori da neri”. Ma i suoi passi avanti in una comunità che tradizionalmente è schierata dalla parte dei democratici potrebbero aver determinato il risultato in alcuni stati decisivi. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati