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Mabele

Eppure ci abbiamo creduto, con passione, con pazienza
Mabele
Eravamo convinti, ottimisti, certi,
Mabele
Certi che il vuoto non avrebbe avuto l’ultima parola
Certi nella profonda assurdità della guerra
Certi che la gioia avrebbe trovato il suo rifugio. Sempre

Mabele, invano

Non è morire che mi disturba, è crepare come un cane nella somma indifferenza del mondo
Perfino i cani muoiono in pace.

Non è andar via che mi spaventa, è non sentire mai sulla pelle il soffio leggero del vento che gira di fronte all’impossibile.

Mabele

Mabele, eppure ci abbiamo creduto.

Joëlle Sambi è un’autrice, performer e attivista belga-congolese nata nel 1979. Sarà al festival di Internazionale a Ferrara sabato 5 ottobre per un incontro dedicato alla sua scrittura e al suo impegno per i diritti lgbt+. Questo testo, tradotto dal francese da Francesca Spinelli, è tratto dalla raccolta Et vos corps seront caillasses (© L’Arche Éditeur 2024, tutti i diritti riservati per tutti i paesi). In lingala, la parola mabele indica la terra, il suolo, il territorio e la sabbia.

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