Sono passati dieci anni da quando Serial ha contribuito a far diventare i podcast un fenomeno di massa, portando milioni di persone ad ascoltare una serie audio dal proprio telefono, di solito con delle cuffie. Molto è cambiato in questi dieci anni: la parola podcast oggi è usata anche per indicare un formato video, Serial è passato dalla radio pubblica al New York Times con un accordo milionario e il pubblico è bombardato quotidianamente da una quantità di contenuti da ascoltare, spesso mediocri. Dopo il successo della prima stagione, tre stagioni successive deludenti e una decina di altre produzioni, il gruppo di Serial torna con una storia sulla complessità del rapporto tra l’uomo, le altre specie animali e l’ambiente in cui viviamo. The good whale è la storia di Keiko, l’orca marina protagonista del film del 1993 Free Willy. Un amico da salvare. Catturata nel Pacifico a due anni, età in cui un’orca è ancora simbioticamente legata alla madre, fu tenuta in una vasca al chiuso in Islanda per altri tre e in seguito diventò famosa in un parco divertimenti in Messico, soprattutto perché si lasciava cavalcare facilmente. Dopo il successo del film partì una campagna internazionale per la sua liberazione in mare. Ma il destino dell’orca alla quale tutti dichiaravano di volere bene non era destinato a essere così felice. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1590 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati