Da settimane il cielo coperto dal fumo, gli incendi, la scarsità di precipitazioni e le temperature sopra la media del periodo fanno presagire la gravità della crisi climatica che le città brasiliane dovranno affrontare nei prossimi anni.

Oltre a causare gravi problemi al territorio, come la deforestazione e gli incendi, il riscaldamento globale rende più difficile la vita quotidiana delle persone. Le piogge si fanno più intense, come le ondate di calore e di siccità, che a loro volta hanno ripercussioni sulla qualità dell’aria e sui livelli d’inquinamento.

Le conseguenze di questa situazione non sono uguali in tutto il mondo. I paesi con maggiore biodiversità, come il Brasile, saranno più colpiti e gli effetti della crisi saranno più visibili. Fino al 2040, l’aumento delle giornate senza pioggia consecutive riguarderà maggiormente le zone centrali e occidentali del paese, afferma Ana Paula Cunha, ricercatrice esperta in siccità del centro nazionale di monitoraggio e allerta per i disastri naturali, il Cemaden. “In Amazzonia non piove da trenta giorni, in alcune zone da sessanta. Nello stato del Pará abbiamo raggiunto i 32 giorni. Nel Rondônia sono stati superati i novanta. La previsione è che in questa regione avremo tra i cinque e i dieci giorni in più senza precipitazioni entro il 2040”. I dati citati dalla ricercatrice provengono dal tavolo intergovernativo per il cambiamento climatico.

Da un’indagine del Cemaden, che ha analizzato dati ottenuti via satellite, è emerso che 1.135 comuni brasiliani hanno avuto almeno trenta giorni di siccità in più rispetto alla media storica degli ultimi ventiquattro anni. Il monitoraggio ha preso in considerazione il periodo da marzo al 12 settembre di quest’anno.

I casi più gravi riguardano due città dello stato del Minas Gerais: Pirajuba, con 104 giorni senza pioggia in più della media, e Conceição de Alagoas, con 103 giorni. C’è poi Minguelópolis, nello stato di São Paulo, con 102 giorni. Per quanto riguarda le capitali statali, Belo Horizonte è in cima alla lista con 79 giorni extra senza precipitazioni. A São Paulo i giorni in più all’asciutto sono stati sette.

Infrastrutture inadeguate

Con la crisi climatica aumenteranno anche le disuguaglianze, sostiene Eduardo Mario Mendiondo, della scuola d’ingegneria di São Carlos, dell’università di São Paulo. “In Brasile São Paulo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Fortaleza, Salvador de Bahia e Recife saranno tra le città più colpite, perché un abitante su tre non può contare su condizioni igieniche e servizi fognari adeguati”.

Ad aprile la rivista Nature ha pubblicato uno studio secondo cui entro il 2049 il reddito pro capite in Brasile diminuirà del 21,5 per cento, rispetto a una riduzione media mondiale del 19 per cento.. L’impatto della crisi climatica condiziona la vita quotidiana dei brasiliani. Si compreranno, per esempio, più ventilatori, mascherine e umidificatori. “Aumenteranno le spese sanitarie e i controlli medici saranno più frequenti. Anche la normale routine da casa a scuola o al lavoro cambierà: se non ci saranno novità, nel prossimo mese vari stati ordineranno la sospensione delle attività pomeridiane, quando il caldo è più forte”, dice Mendiondo.

Non sarà solo la salute a risentirne. Ai problemi legati alla siccità si aggiungeranno quelli delle inondazioni, più pericolose nelle zone soggette a rischi idrogeologici.

“Molte metropoli brasiliane, come São Paulo e Rio de Janeiro, hanno infrastrutture deboli, con sistemi di drenaggio e deflusso delle acque inadeguati. Molte case sono state costruite in zone che rischiano di franare, baraccopoli lungo i fianchi delle montagne e i margini dei fiumi”, dice Julio Pedrassoli, ricercatore e coordinatore dell’equipe Urbano del MapBiomas, un sistema che mette in guardia sul rischio di smottamenti nel paese.

“Negli ultimi quarant’anni, di cento ettari di nuove aree urbane, 11 hanno subìto allagamenti, con un aumento verticale del livello dell’acqua di almeno tre metri. Se prendiamo in considerazione le favelas, l’aumento è ancora maggiore, con 17,3 ettari su cento soggetti ad allagamenti”, spiega Pedrassoli.

Sono poche, continua il ricercatore, le capitali degli stati brasiliani che si sono dotate di strumenti per affrontare la crisi climatica, come sistemi di allerta, recupero delle aree verdi e manutenzione dell’infrastruttura per contrastare le piogge sempre più intense. Nella maggior parte dei casi le città non hanno veri piani per gestire il cambiamento climatico.

Secondo Mendiondo, errori nella gestione pubblica, soprattutto nelle città, non si possono più attribuire a mancanza di informazioni e a scarsità di finanziamenti. “Il fatto che un comune sia più grande o più piccolo non è un motivo, davanti alla legge, per non andare a caccia di risorse. Siamo in piena campagna elettorale per le amministrative: si tratta di 5.570 comuni che hanno bisogno di soldi”.

Secondo Miguel Buzzar, della facoltà di architettura e urbanistica dell’università di São Paulo, la mancanza d’informazione e di educazione sulle città e il loro funzionamento impedisce di prepararsi meglio alle sfide del futuro: “Dobbiamo insegnare l’educazione urbana nelle scuole fin dalle elementari. È una lacuna nella formazione di ogni cittadino”. ◆ar

Da sapere

◆ In Brasile, dove sta finendo l’inverno, è in corso la peggiore siccità degli ultimi settant’anni, cioè da quando sono cominciate le misurazioni ufficiali. Per la prima volta il problema riguarda tutto il paese. Il livello dell’acqua dei principali fiumi del bacino del rio delle Amazzoni è ai minimi storici e questo provoca molti problemi, sia per le popolazioni che vivono lungo i corsi d’acqua sia per il trasporto delle persone e delle merci. Gli incendi in Amazzonia e in altre regioni non accennano a diminuire. Fino almeno alla metà di ottobre non si prevedono piogge significative, quindi la situazione potrebbe peggiorare. The Associated Press


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Questo articolo è uscito sul numero 1581 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati