“I capelli e i vestiti puzzano. Puzzano anche i cani quando tornano dalla passeggiata”, dice Magdalena Cygan. Abita a Nowy Targ, dove l’autunno ha l’odore del carbone bruciato mescolato all’immondizia. “Qualcuno getta gli infissi di legno nella stufa, qualcun altro il vecchio parquet”, racconta Magdalena, che fa parte dell’associazione Allarme antismog. Al mattino la prima cosa che fa è controllare l’applicazione che mostra il grado d’inquinamento atmosferico. “In base a questo decido se uscire di casa o no”, spiega. “Se le cose vanno male aspetto che si alzi il vento”.
“Quando l’aria si muove la situazione migliora, ma poi ricomincia la tragedia”, racconta Lidia Kołodziej, una medica di Nowy Targ. Anche lei tiene d’occhio i livelli di inquinamento nell’aria. “A causa dello smog mi è venuta un’allergia. E così è successo ai miei figli. La più grande ha anche l’asma”. Con l’aumentare della concentrazione degli inquinanti, i sintomi peggiorano. E i pazienti sono destinati a moltiplicarsi. Si tratta soprattutto di anziani, colpiti da malattie respiratorie, pressione alta e aritmie cardiache. I bambini invece hanno crisi di tosse, dispnea, sensazione di soffocamento. “Hanno il naso chiuso e il muco è terreno fertile per virus e batteri, che provocano infezioni secondarie. Anche i casi di asma sono in crescita”, afferma Kołodziej.
I genitori sono disperati perché i figli si ammalano di continuo, hanno problemi di respirazione, dormono male e si indeboliscono. Oppure perché perdono l’ennesimo giorno di scuola. “Mi chiedono di prescrivergli qualcosa per rinforzare le difese immunitarie. La cosa migliore sarebbe fare attività all’aria aperta, ma non posso certo consigliarglielo. Al contrario, gli dico di tenere i figli in casa e chiudere le finestre”. Nowy Targ è la città con l’aria più inquinata di tutta l’Unione europea. Gli esperti stimano che qui respirare è come fumare un pacchetto di sigarette al giorno.
In cima alla classifica dell’inquinamento da smog in Polonia non ci sono le grandi città, ma i centri di medie dimensioni, dove abbondano le case sono riscaldamento autonomo: sono proprio le stufe domestiche il principale fattore di inquinamento. La situazione peggiore è nel sud del paese, e Nowy Targ batte tutti i record: supera le soglie di sicurezza per ben novanta giorni all’anno, mentre per quanto riguarda la concentrazione di polveri sottili (pm10) e di benzo[a]pirene (un idrocarburo cancerogeno) arriva a toccare il 1.800 per cento del valore massimo consentito in Polonia.
“Non saremmo in questa situazione se le persone possedessero stufe moderne, e non dei ferrivecchi. Eravamo riusciti a convincere la gente che non si può bruciare qualsiasi cosa, e si vedeva un cambiamento. Era stato approvato un provvedimento antismog, le persone cominciavano a sostituire le vecchie stufe. Ma con la guerra in Ucraina e la crisi energetica il governo ha deciso di sovvenzionare il carbone per il riscaldamento domestico, ed è cambiato tutto”, dice Cygan. È proprio a Nowy Targ che il presidente Jarosław Kaczyński ha pronunciato la famosa frase: “In questo momento bisogna bruciare tutto quello che si può, a parte i pneumatici”. “Mi sono cadute le braccia. Tutti i nostri sforzi sono stati vanificati in un attimo”, dice Cygan.
Gli attivisti di Allarme antismog temono il ritorno di vecchie abitudini, come bruciare stracci imbevuti di sostanze chimiche, candele votive, vecchie scarpe, bottiglie di plastica, pannolini usati.
“Questo inverno potrebbe essere un’ecatombe”, dice Monika Glosowitz, ricercatrice dell’università della Slesia a Katowice. Abita a Rybnik, che supera i limiti di smog per 48 giorni all’anno ed è al settimo posto tra le città con l’aria più cancerogena in Europa. “Anche se ci sono stati provvedimenti per migliorare la qualità dell’aria, come l’obbligo di cambiare le vecchie stufe, molti non l’hanno ancora fatto e altri hanno comprato altre stufe a carbone. E questo ora potrebbe essere un problema. Se il carbone è di cattiva qualità o si esaurisce, la gente per la disperazione potrebbe bruciare qualsiasi cosa”, dice Glosowitz.
Lei e il marito hanno deciso di chiedere un prestito per sostituire la stufa a carbone con una costosa pompa di calore, dopo che un gruppo di ricercatori francesi è venuto a Rybnik per fare delle analisi. Hanno raccolto campioni di urina da 26 bambini e li hanno confrontati con quelli di 26 bambini di Strasburgo, in Francia. In entrambi i casi è stata rilevata la presenza di nero di carbonio, una sostanza cancerogena che si forma quando si bruciano combustibili fossili e può essere trovata nel sangue e nelle urine. I bambini di Rybnik ne hanno in media il 425 per cento in più rispetto a quelli di Strasburgo. In alcuni casi si arriva al 900 per cento.
Tra i bambini dello studio c’era il figlio di Monika Glosowitz. “Allora aveva tre anni e mezzo, e io ero incinta. Vivevo in uno stato di paura continua per le condizioni di salute dei miei figli”, ricorda.
Sindrome da smog
Uno studio realizzato dalla dottoressa Katarzyna Musioł ha ottenuto risultati simili a quello francese. Musioł ha analizzato le storie dei bambini ricoverati con un tumore al cervello nella clinica pediatrica dell’università della Slesia a Katowice: “Abbiamo preso in esame i casi degli ultimi 18 anni, ed è venuto fuori che i posti con la più alta incidenza di questi tumori non sono i grandi agglomerati industriali come Katowice, ma i piccoli centri come Rybnik, dove l’aria è satura di polveri sottili, biossido di azoto, zolfo, benzo[a]pirene. È emersa una correlazione tra la concentrazione delle polveri sottili e l’incidenza dei tumori cerebrali. Studi condotti in altri paesi confermano che l’esposizione all’aria inquinata aumenta il rischio di tumori al cervello, e che i bambini non sono al sicuro neanche nel ventre materno: le micropolveri filtrano anche attraverso la placenta. Da anni si sconsiglia di bere alcol durante la gravidanza per evitare la sindrome fetoalcolica. Ora bisognerebbe parlare di quella che potrebbe essere chiamata sindrome fetale da smog: i bambini nascono più piccoli, con una minore capacità polmonare e il rischio di avere un quoziente intellettivo inferiore a quello che avrebbero avuto se la madre avesse respirato aria migliore durante la gravidanza. Inoltre aumenta la probabilità che il bambino soffra di autismo o di deficit di attenzione”.
Musioł, che dirige il reparto di pediatria dell’ospedale di Rybnik, aspetta con terrore l’arrivo dell’inverno. I riscaldamenti sono accesi da poche settimane e ci sono già i primi ricoveri. “E il peggio deve ancora venire”, dice.
“Se l’inverno sarà rigido, se non soffierà il vento e si manterrà l’alta pressione, le polveri resteranno a lungo sospese nell’aria e potrebbe ripetersi la situazione del 2017”, dice Anna Dworakowska del Centro antismog di Cracovia. Quell’inverno le temperature sono arrivate a 25 gradi sotto zero durante il giorno. Le stufe erano sempre accese e molti bruciavano tutto quello che gli capitava sotto mano. A Rybnik i limiti sono stati superati del duemila per cento e si è dovuto chiudere scuole e asili. Lo smog penetrava ovunque, nelle scuole, negli uffici, nelle case. Nel gennaio di quell’anno in Polonia sono morte circa diecimila persone in più rispetto agli anni precedenti. Quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha stilato la classifica delle cinquanta città europee più inquinate, 33 erano polacche.
“Vivevamo una specie di incubo”, racconta Emil Nagalewski. “Rybnik era tra le città più inquinate d’Europa. Quando lo smog aumentava era meglio restare a casa”. Per uscire era necessario portare la maschera contro le polveri sottili, e quasi tutti avevano comprato un purificatore d’aria per filtrare l’inquinamento.
“Quando c’è smog non posso uscire, perché subito si presentano catarro, tosse, sinusite, problemi di concentrazione, stanchezza”, dice Oliwer Palarz. Nel 2021 ha citato in giudizio lo stato polacco perché non fa abbastanza contro lo smog, e ha vinto: il tribunale gli ha assegnato trentamila złoty (6.400 euro) di risarcimento. Ma forse dovrà restituire i soldi. “Si è scomodato addirittura il procuratore generale, che ha fatto ricorso alla Corte di cassazione”, dice Palarz. Secondo il procuratore generale la richiesta di risarcimento era infondata e il rapporto tra lo smog e il suo stato di salute non è dimostrato. Eppure i dati parlano chiaro: in Polonia lo smog uccide circa cinquantamila persone all’anno e provoca moltissime patologie croniche. Può causare aritmia, infarti e ictus, porta all’ispessimento del muscolo cardiaco e distrugge i reni. In media riduce l’aspettativa di vita di due anni e nove mesi.
Marcia indietro
“Lottare contro lo smog non è facile. E non serve a nulla senza tre elementi fondamentali”, dice Nagalewski. “Primo: informazione. La gente deve davvero capire che quello che respiriamo ci uccide. Secondo: il sostegno dello stato. Bisogna aiutare le persone a liberarsi della vecchia stufa inquinante. Terzo: far rispettare le regole. E questo a Rybnik aveva cominciato a funzionare. Quando parlo con gli attivisti di altre città dicono che anche se le cose cominciavano a girare per il verso giusto, ora il governo ha messo la marcia indietro. Così i decessi sono destinati ad aumentare”.
Per il programma Aria pura, che doveva incentivare i cittadini a cambiare le stufe e ad abbandonare il carbone, sono stati spesi tre milioni e mezzo di złoty (750mila euro) in cinque anni. I sussidi per il carbone hanno un costo di circa undici milioni di złoty (2,3 milioni di euro) all’anno, ma secondo le stime si potrebbe arrivare anche a sedici. I calcoli precisi non sono ancora stati fatti, si è appena cominciato a esaminare le richieste. Ma il governo fa già delle nuove promesse ai proprietari di stufe a carbone. “Posso assicurare che ci saranno altri sussidi statali per ridurre il costo del carbone”, ha dichiarato Joachim Brudziński, vicepresidente del Partito giustizia e sviluppo (Pis).
A settembre, quando il parlamento ha votato la legge sui sussidi, è stato approvato un emendamento del Pis che sospende per due anni i limiti sulla qualità del carbone. E più bassa è la qualità del carbone, maggiore è la concentrazione di polveri nell’aria. Come se non bastasse la regione della Piccola Polonia, amministrata dal Pis, ha approvato una norma che consentirà di usare le vecchie stufe a carbone ancora per due anni. Aleksander Miszalski di Piattaforma civica (all’opposizione) ha dichiarato: “Chi sostiene questa misura dev’essere consapevole che si sta assumendo la responsabilità delle morti premature causate dall’inquinamento atmosferico”. Jan Duda, presidente del consiglio regionale e padre del presidente della repubblica, Andrzej, ha ribattuto: “E chi si assumerà la responsabilità di quelli che moriranno di freddo perché non potevano permettersi di riscaldarsi?”. In precedenza Duda aveva affermato che lo smog ha una funzione positiva per l’organismo.
Molte della città con l’aria più inquinata del paese si trovano nella Piccola Polonia. Oltre a Nowy Targ c’è anche Nowy Sącz, dove i limiti sono superati 71 giorni all’anno. Ora potrebbe andare anche peggio. La gente ha cominciato a buttare via meno rifiuti e il sindaco sospetta che quello che prima finiva in discarica ora finisce nelle stufe. E si parla di migliaia di tonnellate di spazzatura al mese. Gli abitanti di Nowy Sącz buttano via non solo molta meno carta, ma anche meno plastica e rifiuti indifferenziati.
Vent’anni in più
Bartosz Skwarna, primario del reparto di cardiologia a Ustroń, vive a Bystra. Quando la mattina va al lavoro in macchina osserva quello che esce dai camini. Vive in cima a una collina e spesso d’inverno, quando si sveglia, vede questo spettacolo: in alto il sole che splende, e sotto un grigio e maleodorante tappeto di smog. “Alcuni hanno capito cosa stiamo rischiando, si vedono dei cambiamenti: impianti di riscaldamento moderni, pannelli fotovoltaici. Ma temo che con l’aumento dei prezzi chi non ha ancora provveduto non farà alcun passo avanti, anzi”, dice.
Il dottor Skwarna mi mostra i tassi di mortalità per malattie cardiovascolari in diversi paesi. Francia, Spagna e Norvegia sono regioni a basso rischio. La Polonia, insieme ad Albania, Turchia e Kazakistan, si trova invece nel gruppo ad alto rischio. “Per una polacca di cinquant’anni la probabilità di morire per arresto cardiaco è la stessa che per una donna francese di settanta”, spiega.
“Nel 2021 in Polonia il numero dei suicidi di bambini e adolescenti è aumentato del 20 per cento, e i tentativi di suicidio sono cresciuti dell’80 per cento”, dice Musioł. “Qualcuno dirà che ci sono stati altri fattori ben più determinanti che l’inquinamento. E invece io credo che vada incluso anche lo smog: molti studi confermano che inalare aria inquinata ha effetti sul cervello. È stata anche dimostrata la correlazione tra inquinamento e malattie come il disturbo bipolare o la schizofrenia. Studiosi statunitensi hanno constatato che durante incidenti e catastrofi ecologiche aumenta il numero dei tentativi di suicidio”. “Lavoro in un ospedale pediatrico e non passa settimana che non ci arrivi un ragazzo che ha tentato il suicidio, dice Anna Dworakowska. “La speranza è che sia un inverno mite e non si ripeta quello che è successo nel 2017. Ma non è triste che nel ventunesimo secolo, con tutti i mezzi tecnologici a nostra disposizione, si debba ancora fare affidamento sul tempo per salvarci dallo smog?”. ◆ dp
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Questo articolo è uscito sul numero 1490 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati