Valerio Scordia si sente un fallito nella sua esistenza monca di affetti, fatta di ambizioni musicali mancate e incanalate in recensioni di successi altrui, una vita da trentottenne in un appartamento affittato a Milano. Il concerto dell’ex amico cantautore affermato e l’immagine su Facebook del suo grande amore con una
neonata in braccio lo risucchiano in un vortice di musica e alcol che riporta Valerio nel passato di Anna, la donna che dovrebbe dimenticare. La scorsa settimana, durante un incontro al Festivaletteratura di Mantova, è venuta fuori la quasi totale assenza del mondo digitale dai romanzi contemporanei. In _Le tracce fantasma _invece c’è tutto: il walkman, _Yesterday _nella sua prima esecuzione tv (un video su YouTube replica all’infinito quella del 1 agosto 1965); una compilation su cd che dice più del cartoncino che la accompagna; un messaggio vocale su WhatsApp che è possibile ascoltare centinaia di volte, a cui si può rispondere con un altro registrato più volte, editando i propri sentimenti. Ai romanzi non bisogna chiedere di essere ciò che non sono. Non dovrei chiedere a questo libro di essere più coeso, meno dilatato e sfuggente. Ma forse si può parlare solo in questi termini della malinconia che assale al pensiero di come avrebbe potuto essere la vita di Valerio – e Anna – se avessero potuto riascoltarla e cogliere tutte le note. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati