Il 19 settembre circa settemila persone hanno partecipato al gay pride di Kiev, che si è svolto senza incidenti o violenze, nonostante una contromanifestazione organizzata dall’estrema destra. Il corteo di Kiev è arrivato alla sua decima edizione, e quest’anno ha raccolto poche adesioni in meno rispetto al 2019, l’anno con la maggior partecipazione. Come scrive Deutsche Welle, negli ultimi anni l’Ucraina ha fatto importanti passi avanti nella tutela delle persone lgbt, ma nel paese l’omofobia è ancora molto diffusa: il 47 per cento della popolazione ha un’opinione sfavorevole delle persone omosessuali. ◆
Alla vigilia del voto
A una settimana dalle elezioni legislative del 26 settembre, il Partito socialdemocratico (Spd) è ancora in testa ai sondaggi, ma la partita sembra apertissima. Stando alle ultime rilevazioni, il partito di Olaf Scholz (nella foto) ha il 25 per cento delle intenzioni di voto, contro il 22 per cento della Cdu/Csu della cancelliera uscente Angela Merkel. Più staccati i partiti che probabilmente faranno da ago della bilancia per la formazione del prossimo governo: i Verdi, al 17 per cento, e i liberali della Fdp, all’11 per cento.
Strage in una scuola
Il 20 settembre un ragazzo di 18 anni, Timur Bekmansurov, ha aperto il fuoco contro un gruppo di studenti dell’università di Perm, uccidendone sei e ferendone 28. L’attentatore, anche lui studente, è stato arrestato dalla polizia. Non ha agito per motivazioni religiose o politiche, e aveva annunciato l’attacco con un post sui social network. Di recente in Russia è stata approvata una legge che vieta la vendita di armi a chi ha meno di 21 anni, ma quando Bekmansurov ha comprato il fucile da caccia usato per la strage, a giugno, non era ancora entrata in vigore, scrive la Reuters.
Primarie nel caos
Il 18 settembre si sono aperte in Ungheria le primarie dell’opposizione per scegliere il candidato che nel 2022 sfiderà il premier ultraconservatore e nazionalista Viktor Orbán, in carica dal 2010. Le votazioni per il primo turno si concluderanno il 26 settembre e l’eventuale ballottaggio si terrà tra il 4 e il 10 ottobre. A partecipare sono i partiti che alla fine del 2020 hanno deciso una strategia comune per battere Orbán: i verdi, i socialisti e la formazione Dialogo per l’Ungheria, che candidano il sindaco di Budapest Gergely Karácsony; l’estrema destra di Jobbik; la Coalizione democratica dell’ex premier Ferenc Gyurcsáni; e il movimento Momentum. Come scrive Politico, stando ai sondaggi, questi partiti insieme hanno la fiducia del 47 per cento degli elettori, contro il 48 per cento di Fidesz, il partito di Orbán. La partenza del progetto, tuttavia, è stata più laboriosa del previsto. Appena due ore dopo l’apertura delle urne, gli organizzatori hanno dovuto sospendere le votazioni, che si svolgono online e in presenza, per problemi tecnici. E hanno subito accusato il governo di aver hackerato i server. Secondo Nepszava, vicino ai socialisti, l’ipotesi è più che plausibile, mentre il filogovernativo Magyar Hírlap scrive che, nonostante il tentativo di addossare la colpa a Orbán, “l’opposizione ha fallito miseramente”.
Turów non chiude
Il governo polacco ha deciso di tenere aperta la miniera di lignite di Turów, al confine con la Repubblica Ceca, nonostante un’ordinanza della Corte di giustizia dell’Unione europea che ne chiede la chiusura. Per continuare le operazioni, Varsavia dovrà pagare 500mila euro di multa al giorno. La miniera è da tempo al centro di una controversia con Praga, che accusa la struttura di danneggiare le falde acquifere della regione di Liberec. “La miniera di Turów fornisce circa il 5 per cento del fabbisogno elettrico polacco. Chiuderla non sarà facile”, scrive il tedesco Handelsblatt. “Anche perché sostituire l’energia che produce importando carbone dalla Russia e dal Donbass è altrettanto pericoloso. Serve un compromesso ragionevole”.
Russia Il 21 settembre la Corte europea per i diritti umani ha stabilito che l’omicidio di Aleksandr Litvinenko, l’ex spia russa morta a Londra nel 2006 dopo essere stata avvelenata con il polonio, è stato opera di Mosca e dei servizi segreti russi.
Paesi Bassi Nonostante il paese sia ancora senza un governo sei mesi dopo le elezioni legislative, il 21 settembre il re Guglielmo Alessandro ha aperto le attività del parlamento dell’Aja. Dal voto di marzo i Paesi Bassi sono retti da un governo ad interim guidato dal liberale
Mark Rutte.
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